8.5
- Band: BYZANTINE
- Durata: 00:48:27
- Disponibile dal: 12/07/2005
- Etichetta:
- Prosthetic Records
- Distributore: Andromeda
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Dunque, se relativamente facile può rivelarsi esordire con un disco che sorprenda per freschezza ed originalità (il precedente, e primo, “The Fundamental Component”), non altrettanto si può dire per quanto riguarda il confermarsi sorpresa e, in più, riuscire a raggiungere un posto di primissimo piano, almeno a livello stilistico, in quello che ora è il mercato più prolifico della nostra musica prediletta, ovvero quello statunitense. I Byzantine, quartetto originario della West Virginia, stanno davvero bruciando le tappe e, con questo mirabile “And They Shall Take Up Serpents”, possono davvero ambire ad una posizione di grande importanza in una virtuale graduatoria metallica. Lontanissimi dalle sirene del metal-core più trendy – tanto per chiarire subito le idee – il gruppo capitanato dal cantante/chitarrista Chris “OJ” Ojeda riesce a stupire, praticamente all’istante, grazie ad un songwriting parecchio variabile ed imprevedibile, il quale ha nella tecnica, nell’aggressività e nella fantasia compositiva le caratteristiche più evidenti. Niente di speciale, direte voi… OK, ma il fatto è che i Byzantine hanno la naturale capacità di saper dare un tocco particolare e tutto loro ad ogni composizione, ad ogni segmento di brano. Sia che suonino veloci, sia che utilizzino i benedetti riff stoppati, sia se il groove si impossessi della loro inventiva, la band mantiene costantemente un’identità sicura e definibile, quasi una sorta di spettacolare incrocio tra dei Nevermore meno tristi e più rozzi, i Meshuggah meno ossessivi e più solarmente ispirati e il suono moderno e virtuoso delle band che mischiano death metal all’hardcore o al prog (Dillinger Escape Plan, Into Eternity, per citare due esempi diversissimi fra loro). I dieci brani di “And They Shall Take Up Serpents” hanno il grandissimo pregio di piacere immediatamente e, allo stesso tempo, di crescere ascolto dopo ascolto, permettendo di cogliere ogni piccola sfumatura che va a comporli, partendo dalla sublime qualità dei riff e degli assoli dell’ottimo Tony Rohrbough, passando dal drumming perfetto e trascinante di Matt Wolfe, per concludere alla prestazione vocale di OJ, cangiante voce a seconda dell’esigenza della strofa e non disdegnante incursioni nel mondo della voce pulita; arrangiamenti che prevedono arpeggi improvvisi, percussioni di raccordo fra passaggi iper-metallici, accenni di pianoforte e altre trovate mature ed azzeccate, completano un lavoro più che ammirevole. Non c’è davvero una traccia da disprezzare ed ognuna, grazie anche ai testi sempre intelligenti e votati alla critica sociale più ricercata, sarebbe da citare e spiegare in toto: lasciamo a voi il piacere di scoprirle singolarmente, segnalandovi soltanto quelle che ci sembrano i veri masterpiece del disco, ovvero l’opener “Justicia”, il singolo “Jeremiad”, la spettacolare “Ancestry Of The Antichrist”, “Five Faces Of Madness” e la finale “Salem, Ark”. Un album che non fa davvero una piega, poco altro da dire…sperando che non venga risucchiato dalle uscite più pubblicizzate e che non venga trascurato almeno dai metallari più attenti e curiosi, “And They Shall Take Up Serpents” può davvero soddisfare una bella fetta di appassionati. Non abbiate paura, cercatelo e lasciate che vi conquisti in breve tempo! Caos e melodia al potere.