7.5
- Band: CABAL
- Durata: 00:41:12
- Disponibile dal: 21/03/2025
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Il deathcore gode di ottima salute, e nel Vecchio Continente ci sono delle realtà solidissime a far da portabandiera, tra cui possiamo citare Distant (Olanda), Paleface (Svizzera), Mental Cruelty (Germania), Ingested (Regno Unito) e i nostri Defamed. Possiamo annoverare tra questi anche i Cabal, dalla Danimarca? Il quintetto ha fatto bene nel debutto “Drag Me Down” del 2020, confermando poi le aspettative nel buon “Magnum Interitus”, che affilava il sound della band riducendo le influenze ‘blackened’.
Il terzo disco del gruppo si chiama “Everything Rots” ed esce per Nuclear Blast, portando avanti la formula violenta della formazione, che fa leva in maniera deliberata sul sound classico del deathcore dei 2000, portandolo all’estremo con un suono che riesce ad essere sia ferino e viscerale, basato su brutalità ed impatto – come possiamo sperimentare sulla pelle nell’opener “Redemption Denied” – che freddo e calcolato grazie alle influenze industrial – di cui la title track è ottimo esempio. Pur eliminando quasi del tutto i rimandi al black metal, si rimane indiscutibilmente in territorio estremo, senza alcuna concessione alla melodia, ma con una versatilità che permette di esplorare diverse sfumature nelle tendenze hardcore di “Unveiled”, insieme a Matthi dei Nasty, nel ‘bounce’ moderno di “Still Cursed”, che ospita i Ten56., infine anche nella sfuriata elettronica impiantata chirurgicamente in “Snake Toungue”. Non fosse abbastanza, per il colpo di grazia, sul finale arrivano i Fabräk per un crossover rap/deathcore azzardato ma senza dubbio divertente.
Nonostante le variazioni sul tema, il suono del disco rimane a fuoco e compatto, e l’uso frequente e creativo degli ospiti (nella lista compaiono anche Joel Holmqvist degli Aviana ed Alan Grnja dei Distant) è un bonus che va a stratificare ed arricchire una collezione di tracce senza punti deboli, che andranno senza dubbio a soddisfare gli affamati di deathcore senza utilizzare quelle esagerazioni che, a un certo punto, sembravano caratteristiche necessarie per emergere. Tornando alla domanda iniziale possiamo sicuramente includere i Cabal nella lista dei nomi che mettono il deathcore europeo sulla mappa. Altro che marcire.