7.5
- Band: CABAL
- Durata: 00:36:55
- Disponibile dal: 21/10/2022
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Affamati e prolifici: i Cabal, quintetto danese proveniente da Copenaghen, approdano su Nuclear Blast per il loro terzo disco in studio dopo soli sei anni di attività. Collezionando le benedizioni di gente come CJ McMahon (Thy Art Is Murder) nel debutto “Mark of Rot” del 2018 e di Matt Heafy (Trivium) nel successivo “Drag Me Down” del 2020, la formazione danese ha dato tutto in ambito live, portandosi a casa tour significativi con nomi del calibro di Knocked Loose, Lorna Shore e King 810. Vista la prossima partecipazione al famigerato “Never Say Die!” tour (quest’anno guidato da After The Burial, Suicide Silence e Currents) parliamo di una band che ha l’hype dalla sua insomma, e considerato quanto presentato nell’ormai canonica valanga di singoli in preparazione all’uscita dell’album, sappiamo già che i giovani capitanati dal biondo Andreas Bjulver sono ancora brutali e, quel che più conta, decisamente famelici. “Magno Interitus” aveva catturato l’attenzione più per la fusione di elementi elettronici e quell’epico coro black alla base deathcore del gruppo piuttosto che per la partecipazione di Joe Badolato dei Fit For An Autopsy, ed è stato decisamente un bene per il lancio del disco. “Exsanguination” continuava il tributo al cult movie “Midsommar” nel video mettendo a risalto il lato più moderno, cosa che farà ancora meglio la groovy e concisa “Exit Wounds”. In “Violent Ends” è il matrimonio tra deathcore e black a farla da padrone, mentre in “Like Vultures” si evocano i Lorna Shore con tastiere predominanti e un breakdown che va dritto nelle reaction dello youtuber Hardcore Keem (un ragazzo che ha basato l’intera carriera sul filmarsi mentre reagisce ai breakdown più impressionanti!).
La prima metà della tracklist è occupata furbescamente dalle rimanenti tracce inedite, con il black humor di “If I Hang Let Me Swing” e la punitiva “Insidious” a fare da manifesto all’intensità e alla brutalità della raccolta. Se “Existance Ensnared” non aggiunge nulla a quanto già sentito ci pensano “Insatiable” e “Blod af Mit” a creare una dimensione ulteriore al disco, dando risalto alla componente elettronica in maniera interessante e diversa dalle altre tracce: la prima crea lame stridenti che forgiano il ritornello con una costruzione inedita, la seconda sfrutta in toto l’apporto del collettivo industrial John Cxnnor, capace di trasportarci momentaneamente nelle atmosfere gelide e martellanti del franchise “Terminator”.
Un deathcore che non ha solo nelle sfumature blackened il suo carattere distintivo, ma cannibalizza molteplici sfaccettature, dal beatdown al djent, dal death metal all’industrial per una proposta abbastanza fresca, prodotta in maniera scintillante secondo i canoni del modern metal ed incisiva nei trentasei minuti di aggressione spietata.
Come avrete capito “Magno Interitus” conferma le capacità e le doti creative di una band sulla strada giusta, che potrebbe sfruttare la nuova ondata deathcore per avere grandi risultati e arrivare nel futuro prossimo nel giro che conta. Teneteli d’occhio.