6.5
- Band: CADAVER
- Durata: 00:31:25
- Disponibile dal: 27/11/2020
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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A volte ritornano, un po’ come i non morti spesso citati nei loro testi. Ormai sembra essere questo l’iter dei Cadaver di Anders Odden, giunti con “Edder & Bile” all’ennesimo disco-reboot della loro lunga e non certo lineare carriera. Un’opera diretta, semplice e sguaiata, nel pieno rispetto della tradizione di fine anni Ottanta/inizio anni Novanta da sempre cara al progetto, che vede il cantante/chitarrista norvegese unire le forze con lo stakanovista Dirk Verbeuren (già batterista di Megadeth, Devin Townsend e Brave the Cold) per circa trenta minuti di metallo della morte acido e vecchio stampo, sospeso tra atmosferiche orrorifiche e una costante ricerca di riff assassini.
Un suono che non fa nulla per celare gli influssi thrash e proto-grind che come jump scare di una pellicola splatter si ripresentano puntuali nel suo decorso vorace e irrefrenabile, al cui interno vale grossomodo la regola del ‘sentito un brano, sentiti tutti’. È questo un male? Da un punto di vista prettamente stilistico, no, dal momento che la tracklist confezionata dall’attuale turnista dei Satyricon (senza mai raggiungere picchi clamorosi) si rivela comunque divertente e ben assemblata, con almeno due/tre episodi a distinguersi per efficacia dagli altri (l’opener “Morgue Ritual”, la successiva “Circle of Morbidity”, la mefistofelica “Deathmachine”). Il problema sorge nel momento in cui – come in questo caso – il tutto viene avvolto da una produzione inspiegabilmente fredda e bombastica che, per forza di cose, mal si sposa a certe sonorità vintage. Capiamo che si voglia esaltare il tocco di un musicista molto preparato come Verbeuren, ma ricorrere a suoni del genere per quanto concerne la batteria (ad esempio) è del tutto penalizzante a livello di feeling generale, svuotandolo di buona parte della sua morbosità e del suo marcio intrinseco.
Chiudendo un occhio su questo aspetto, “Edder & Bile” resta comunque un comeback superiore a molti altri ascoltati nell’ultimo periodo (non ultimi quelli dei compagni di etichetta Carcass e Macabre), istantanea di una band che, tra mille stop, ripensamenti e ripartenze, continua a fare del death/thrash più ignorante e affilato il suo strumento di sevizie. Qualora dovesse concretizzarsi il tour di supporto agli Atheist, il nostro supporto sotto al palco non potrà mancare.