8.0
- Band: CADAVER
- Durata: 00:35:12
- Disponibile dal: 27/04/2004
- Etichetta:
- Candlelight
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Ritorna ‘il’ gruppo death metal norvegese, i Cadaver! Dopo aver dato alle stampe due must per il death metal europeo tra il 1990 ed il 1992 (rispettivamente con “Hallucinating Anxiety” e “…In Pains”), il gruppo misteriosamente venne congelato in pratica per un decennio. Nel 1993 in Norvegia esplose definitivamente il black metal e tutto quello che era di diverso venne spazzato via. Con l’inizio del nuovo millennio ecco la band ritornare alla ribalta con una nuova formazione ed un nuovo contratto per la Earache, etichetta che li aveva scoperti in passato. Stavolta il gruppo incide il nuovo “Discipline” (2001) sotto il monicker Cadaver Inc. Ora il nome è tornato quello di una volta e per certi versi anche lo splendore dei tempi andati. “Necrosis” è un album diretto, piuttosto grezzo, old school death metal e per certi versi semplice, ma il messaggio arriva dritto al bersaglio in modo spettacolare. L’opener introduce immediatamente l’ascoltatore nel meandro Cadaver senza però rivelare i suoi lati più oscuri. La produzione è piuttosto moderna e diversa dalle solite realizzazioni pesantissime proprie del mondo death metal. A dir la verità tale produzione è meno corposa e suona meno gelida o d’impatto di quel “Superior Massacre” dei conterranei Myrkskog, e questo può spiazzare se si considera che si sta ascoltando un album death metal, sebbene dopo un paio di ascolti la scelta dei Cadaver si riveli quella giusta, e il sound della band ne esce più graffiante e digeribile. “Decomposed Metal Skin” è una diapositiva fedele dell’attuale stato di benessere dei ritrovati Cadaver, una band che non va troppo per il sottile, ma che con il suo modo tutto arcaico di suonare death (con qualche tinta di thrash europeo) sa sempre proporre qualcosa di piacevole. La canzone inoltre racchiude uno spirito talmente dinamico che sembra quasi un’esecuzione dal vivo. A proposito di live, i Cadaver visti in tour con i Mayhem sono veramente in piena forma, a volte di una semplicità disarmante che però cela una convinzione avvertibile a miglia di distanza. “Evil Is Done” è uno dei brani migliori di questo “Necrosis” e presenta un po’ le novità e le certezze del ‘Cadaver sound’ nel 2004: riff a volte disarmonici e ipnotici con sinistre parti di chitarra solista che si fissano subito in mente. Forse a volte questi norvegesi si complicano la vita con degli stacchi abbastanza prolungati che non possiedono la grinta che dovrebbero avere per rilanciare il brano, ma questi sono solo aspetti secondari. Magari numerose song hanno certe parti non trascinanti, ma ilrisultato finale riesce sempre a differenziare una canzone dalla successiva. Ottima in sede di esecuzione la prova di tutto il quartetto, da segnalare la voce veramente ispirata di Apollyon (già con DHG e Aura Noir), che però potrebbe essere di non facile digestione. Dopo lo stacco rockeggiante in stile Motorhead di “Odium” si passa ad “Awakening”, pezzo thrashy di chiara ispirazione old school. “Goatfather” è il brano più tirato e violento dell’intero album, ma non per questo si riduce ad essere forte soltanto della sua potenza. Quanto ad impatto anche “Unholy Death” non scherza, ma qui si trovano anche delle soluzioni più particolari rispetto alla precedente traccia. “The Etching Cleanser” conferma la seconda parte come quella più tirata di “Necrosis”, però si tratta di un brano che non aggiunge davvero nulla a questa release, rivelandosi forse come l’unico riempitivo. Il gran finale tocca alla stupenda “Heartworm”, il cui riff iniziale denuncia persino un’infezione vagamente black metal, per poi ritornare sui canoni più convenzionali nel prosieguo del brano, anche se in certi momenti sembra di sentire l’eco dei più violenti Voivod. Grezzi, convinti, picchiatori pur non avendo un sound granitico, i nuovi Cadaver si rimettono in carreggiata in una posizione di tutto rispetto all’interno del mondo death metal europeo. Più che un reperto archeologico ritrovato, si tratta di una vera e propria riscoperta.