8.0
- Band: CAGE
- Durata: 01:15:00
- Disponibile dal: 30/10/2015
- Etichetta:
- Sweden Music Group
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Ventitré anni di carriera e sette dischi in studio, questi sono i numeri dei Cage, formazione proveniente da San Diego, California, dedita ad un US Power metal figlio della scuola tradizionale anni Ottanta. Ben diciannove sono i brani di questo nuovo “Ancient Evil”, un disco potente, feroce e diretto come l’avanzata di un carro armato sul terreno di guerra. Una breve intro (“There Were Others”) apre le danze, prima che il furore animalesco della title track irrompa con tutta la sua magnificenza. Un mix tra Agent Steel, Helstar ed Exciter, questa è la musica dei Cage. Al microfono il grande Sean Peck non lascia superstiti, la sua ugola è in grado di raggiungere altissime tonalità, potendo permettersi di essere confrontato con il miglior James Rivera dei tempi d’oro. “Behind The Walls Of Newgate” rallenta appena la velocità di esecuzione perché qui gli americani tendono ad appesantire ulteriormente il loro sound, con ritmiche devastanti ed un’impressionante lavoro di batteria, nel quale Sean Elg si conferma un martellatore di prim’ordine. Con “The Appetite” i Cage contaminano il loro power metal americano con un tocco di Judas Priest, quelli di “Jugulator” per intenderci, ma senza mai scadere nel plagio. “Cassandra” invece sfiora e invade i confini del thrash metal, vocals e riff vanno di pari passo nella loro avanzata, le ritmiche ci ricordano i Destruction degli anni Ottanta. “Ancient Evil”, lo ribadiamo, è un disco tributo alla vecchia scuola: chi cerca originalità, chi si aspetta musica al passo con i tempi potrebbe rimanere deluso, tutte le composizioni sono pura e deliziosa manna dal cielo per i defender più incalliti e oltranzisti. Torna l’ombra degli Agent Steel (ma non solo) su “Beholder”, brano roccioso dove le chitarre fanno pensare agli Iced Earth più violenti e tirati. Non ci sono grandi momenti di pausa nel disco, a parte qualche intermezzo (“Tell Me Everything”, “Christ Protect Me”) ed un brevissimo episodio atmosferico , “To Save Love”, della durata inferiore ai due minuti. Settantacinque minuti di grande musica per uno dei dischi più fottutamente heavy metal usciti quest’anno, non ci sono riempitivi, nessun tempo morto, ma solo tanta energia, un’attitudine “alla vecchia” e voglia di spaccare, indipendentemente da qualsiasi legge di marketing. “Ancient Evil” è uno di quei dischi da non lasciarsi scappare, perché formazioni underground come i Cage meritano tutto il supporto possibile, specialmente se dopo tanti anni questi irriducibili americani sono ancora in grado di sfornare lavori capaci di far mangiare la polvere a tanti sbarbatelli dell’ultim’ora.