CAÏNA – Setter of Unseen Snares

Pubblicato il 31/03/2015 da
voto
7.5
  • Band: CAÏNA
  • Durata: 00: 32:42
  • Disponibile dal: 20/12/2014
  • Etichetta:
  • Broken Limbs Records

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Tralasciando la orripilante intro presa dal film “Interstellar” (davvero una pacchianata indicibile) “Setter of Unseen Snares” dei Caïna di Andy Curtis-Brignell appare da subito come uno degli episodi meglio riusciti nella carriera della one-man band di Manchester. Con questo lavoro siamo anche al cospetto di una band che ha saputo dominare la scena post-black metal europea odierna, coprendo pressoché tutti i raggi dello spettro, dal black metal puro al post-black più contaminato, e rimanendo sempre in sella e saldamente al comando della stessa a braccetto con band come Altar of Plagues, Fen, Winterfylleth, Drudkh e poche altre, validissime, band ormai molto familiari. Il black metal dei Caïna ha un piede ben saldo nell’immaginario poco ortodosso dei Neurosis, fatto di rallentamenti, rarefazioni e varie altre divagazioni stilistiche che rendono la catalogazione difficile, ed un altro piede saldamente ancorato al black fiero e intransigente di metà o fine anni Novanta, di gente come Emperor, Dark Funeral, Marduk e Watain. Ovviamente questo risulta in una formula “spuria” di black metal che farà storcere il naso ai puristi, similmente a quanto successo a band quali Wolves in the Throne Room e Mutilation Rites ma, preconcetti mentali dei puristi a parte, “Setter of Unseen Snares ” è un lavoro indubbiamente riuscito, che dà, non toglie al black metal, con le idee stra-chiare ed un gran bagaglio tecnico pieno di spunti e personalità. La produzione densa e maestosa ha inoltre consolidato quelle varie allusioni sempre esistite tra il suono dei Caïna e l’hardcore metallico di scuola Deathwish (ci vengono in mente i Cursed più di una volta durante l’ascolto), rafforzando il sentore che ci troviamo di fronte ad un lavoro moderno e contaminato che cerca in tutti i modi di confondere le idee e giocare con le percezione (e le strutture mentali) di chi ascolta. Ampi spazi lasciati a interludi ambient e drone come visto nella conclusiva “Orphan” o nello splendido climax della straniante “Applicant | Supplicant” non fanno altro che rafforzare in noi l’idea che la componente post-rock nel sound dei Caïna è un elemento voluto e ponderato, come lo sono anche le varie divagazioni shoegaze e i continui rimandi all’hardcore e al (neo)crust. “I Am the Flail of the Lord” infatti potrebbe essere potenzialmente una canzone degli Altar of Plagues di “White Tomb” rifatta dai Cursed, mentre in “Voubound” e nella titletrack sentiamo l’eco dei Celeste, dei The Secret, dei Rorcal eccetera, ovvero di quel marasma di riff black metal taglienti e guerrafondai accompagnati da una sezione ritmica cesellante ma aperta, traspirante e piena di grove e momenti di riflessione, di stampo quasi post-punk. In conclusione possiamo affermare senza riserve che “Setter of Unseen Snares” ha come unico tallone d’Achille questo suo taglio ambiguo e molto propenso a confondere le idee. E’ un lavoro che si lascia andare e che osa ma che per questo potrebbe far rimanere perplessi gli ascoltatori più intransigenti in cerca di una sana e vecchia scarica di black metal satanico e lercio come si deve – questo nell’immaginario molto più sognante e riflessivo dei Caïna non accade, ma a parte ciò, siamo di fronte ad un disco che dai suoni, ai riff alle idee alla serietà tutta mostrata in ogni suo aspetto, ha davvero pochi punti deboli e pochi elementi degni di critica.

TRACKLIST

  1. Introduction
  2. I Am the Flail of the Lord
  3. Setter of Unseen Snares
  4. Vowbound
  5. Applicant
  6. Orphan
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