6.5
- Band: CALDERA
- Durata: 00:33:00
- Disponibile dal: /05/2011
- Etichetta:
- Avantgarde Music
Sebbene limitata a soli due brani, la proposta dei francesi Caldera rappresenta un’interessante variazione sul tema nel filone tanto in voga del cosiddetto “post” metal. Fin dall’inizio c’è qualcosa di obliquo: viene mescolata una certa perizia tecnica alla Pelican con un’indole doom che invece rimanda agli stilemi più integralisti del genere. Non vi sono voci, ma l’estro del riffing di chitarra e il ritmo che a tratti si spezza concedono respiro e variazioni a sufficienza affinchè non si senta la mancanza di un cantato (che poi è spesso il primo punto debole in proposte di questo tipo). Inoltre, forse consapevoli del fatto che un bel gioco dura poco, i Caldera non la tirano per le lunghe, confezionando una più che godibile mezzora, discretamente equilibrata tra cascate di cemento e aperture elegiache, il tutto all’insegna di un’atmosfera lugubre ma istintiva, che mai dà l’impressione di essere artefatta. Certo, tra le righe si intravede forse una troppo marcata voglia di accostarsi – almeno nella forma – a certe realtà in voga oggi, che si riflette in una produzione non personalissima a cura del solito Billy Anderson (Neurosis, Swans, Ramesses). Ma, alla fine, il disco lascia ugualmente l’impressione di un gruppo competente e in crescita, vicino a dare forma compiuta al proprio stile.