6.5
- Band: CALL OF THE VOID
- Durata: 00:34:14
- Disponibile dal: 10/02/2015
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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Boulder. Colorado. Ridente cittadina situata in mezzo a montagne innevate. Boulder. Colorado. Classica cittadina della provincia americana. Dove il nulla e la noia possono giocare brutti scherzi. Boulder è anche il luogo da dove provengono i Call Of The Void. Le informazioni geografiche e logistiche appena citate incidono sul manifesto sonoro proposto dai cinque musicisti. Il nulla e la noia della provincia possono dare sfogo ad istinti distruttivi e quindi possono ledere l’incolumità psicologica e fisica di chi li attua e logicamente di chi li subisce, arrivando ad autolesionismo e nichilismo. Possono anche essere costruttivi però: lo sono stati per i Call Of The Void, che hanno incanalato questo vuoto esistenziale nella musica, musica che si sviluppa su matrici prettamente hardcore, una furiosa ed annichilente proposta che puzza di marcio come se gli Integrity fossero riemersi da acque torbide e maleodoranti di sludge. Una musica che stupra e violenta, una lacerazione fragorosa e rumorosa di crust hardcore, disturbata da allucinazioni quasi black metal. Un lirismo senza speranza, quello usato dal combo americano in questa seconda fatica. Un qualcosa che prende in prestito l’acume e la spigolosità del messaggio iconoclasta del punk, portandolo ad estremi piuttosto inconsueti. In “Ageless” si percepisce l’angoscia, il pessimismo aggressivo che uccide ogni speranza e che il cantante Steve Vanica sputa con rancorosa partecipazione emotiva. Tempi sempre elevati e tradizionalmente grind disegnano dipinti fantasiosi seppur incanalati in stilemi piuttosto ripetitivi. Senza scomodare grossi nomi del nuovo panorama hardcore crust mondiale (Trap Them, Nails) i Call Of The Void riescono a concepire un opera pregna di significato esistenziale, torbido e malsano, oltre che solo artistico. Non un disco eccezionale, anzi. Ci sono parecchie pecche compositive ed a volte la qualità latita, ma quello che colpisce dei Call Of The Void è la passione ed il sangue che riversano su questo album. “Ageless” e’ una valvola di sfogo per controbattere il nulla e la pochezza d’intenti che uccide ogni forma di antagonismo artistico. Seppur con qualche pecca in fatto di originalità le dodici tracce di “Ageless” trasudano disagio e desolazione e le suddette agiscono come forze centrifughe e strumenti utili alla band e soprattutto all’ascoltatore, per sputare e vomitare tutta la negatività accumulata vivendo per anni in una ridente cittadina americana. Dove il nulla e la noia sono stati, sono e saranno inseparabili compagni di una vita.