7.0
- Band: CALL OF THE VOID
- Durata: 00:14:00
- Disponibile dal: 16/12/2016
- Etichetta:
- Translation Loss
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Registrato l’abbandono del frontman Steve Vancia, le cui parti vengono ora gestite dal chitarrista Patrick Alberts e dal bassista Alex Pace, i Call of the Void si riaffacciano sul mercato con un EP di sei brani utile soprattutto a cementare le nuove dinamiche interne, sempre all’insegna di un crust hardcore caustico e metallizzato. E i segnali sono assolutamente incoraggianti, perchè in questa veste più scarna e asciutta – quasi del tutto epurata da reminiscenze sludge e black metal – la band del Colorado centra un obiettivo soltanto in parte raggiunto dai precedenti “Ageless” e “Dragged Down a Dead End Path”, sfoggiando un songwriting compattissimo e finalmente pronto a rivaleggiare con quello dei cosiddetti maestri. Un assalto all’arma bianca che sa di urla, sudore e corpi pressati nel pit, in cui a prevalere è un senso di urgenza costante, un sentimento di ribellione che necessita di un atto violento e concreto per quietarsi. ‘Are you fucking kidding me’ si domanda il quartetto nel corso della tracklist, e la risposta a tale quesito risuona in una manciata di pezzi uno più incalzante (e incazzato) dell’altro, feroci senza mai scadere nel disordine perpetrato da molti epigoni di Trap Them e Nails, con cambi di tempo perfettamente studiati a sottolineare l’incedere abrasivo delle chitarre e delle voci. Dal refrain incontenibile della titletrack alla strutturata (per gli standard del genere) “Never Enough”, passando per il caterpillar “On and On”, “AYFKM” è quel che si dice un EP con tutti i crismi del mestiere, guarda caso prodotto da Dave Otero nei sempre più celebrati Flatline Audio Studio di Denver (Allegaeon, Cattle Decapitation, Cephalic Carnage). Una manata in faccia che ci lascia ben sperare per il prosieguo di questo riottoso progetto.