7.0
- Band: CALL OF THE VOID
- Durata: 00:28:09
- Disponibile dal: 19/03/2013
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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I Call Of The Void sono una giovane band hardcore giunta all’esordio in cui la rinascente e nuovamente scalpitante Relapse Records deve aver visto quella scintilla hardcore indispensabile alla diversificazione del proprio roster che l’etichetta aveva smarrito da qualche anno, e senza la quale evidentemente non riesce a vivere. Il quartetto del Colorado infatti è promotore di un hardcore dritto e feroce che ha poco a che spartire con il metal estremo e sperimentale che solitamente domina il roster della Relapse e che rappresenta invece il lato più punk e diretto della squadra di attacco della storica label americana. I Call Of The Void, pur nella loro scarna e affatto pretenziosa essenza di band bulldozer la cui ignoranza ed essenzialità sono eguagliate soltanto dalla staticità e unidirezionalità irremovibile del proprio sound, hanno però una tonnellata di personalità e un’altra tonnellata ancora di attributi, che tradotto in numeri significa ben due tonnellate di qualità, non raffinata, ma pur sempre di qualità parliamo, e questo è un dettaglio fondamentale E tutt’altro che irrilevante. I Nostri sono fautori di un hardcore metallico inviperito ed obeso, corazzato dal peso specifico del doom e dello sludge, una potenza non indifferente dunque che ha il sapore di un linciaggio in piena regola, di un pestaggio pachidermico. Pescando tanto dallo sludge metal dunque quanto dal powerviolence, i Nostri sono riusciti a creare una formula sia frenetica e centrifugatissima nell’esecuzione che titanica e pachidermica nei suoni. Le canzoni di “Dragged Down A Dead End Path” sono blocchi di dolore, monoliti di rabbia, la melma degli His Hero Is Gone unita alla foga velenosa dei Nasum, lo sprezzo straziante dei Converge misto alla morbosità titanica dei Pig Destroyer, i Napalm Death trascinati in guerra insieme ai Tragedy. Un costante e inarrestabile flusso di devastante downtuning incrostatissimo lanciato come un missile balistico di odio e melma rovente a velocità folle. Pur dominato da una semplicità di fondo palpabilissima, tutto nel disco è però ottimamente pensato, e l’intero lavoro è dominato da una saggezza di fondo pregevole. La band non si perde mai un alcuna pretenziosità o pomposità, non esonda mai dai propri limiti e non cerca mai di strafare, concentrandosi piuttosto solamente sul proprio ambito di competenza e confidenza. Il risultato è un lavoro breve e fulmineo che raggiunge il massimo risultato col minimo sforzo mostrando davvero poche incertezze e sviluppando moltissimo di pochissimi concetti estremi: mid tempo strazianti, blast beat e doppio pedale dosatissimi, groove e breakdown spaccaossa e tantissima ignoranza sono il nettare essenziale di una formula che ha saputo unire perfettamente rabbia, esecuzione impeccabile e un sound mostruoso in un concept essenziale e di facilissima e piacevolissima assimilazione. Questo è hardcore-grind non solo piacevole, ma anche efficiente. Non da tutti.