7.5
- Band: CANAAN
- Durata: 01:41:00
- Disponibile dal: 15/06/2012
- Etichetta:
- Eibon Records
- Distributore: Audioglobe
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A soli due anni di distanza dal precedente “Contro.Luce”, tornano alla ribalta i paladini più oscuri, depressi e auto-distruttivi della scena dark-ambient italiana, i milanesi Canaan. “Of Prisoners, Wandering Souls And Cruel Fears”, settimo full-length album del combo, prende vita sotto forma di un doppio CD piuttosto pesantino da digerire – come prassi vuole che ci si approcci ai loro lavori – ma altrettanto profondo e pregno di emozioni e sensazioni, ovviamente quasi esclusivamente senza speranza e votate alla negazione del rapporto, della felicità e del benessere. I Canaan si dividono in due esplicitamente, stavolta, regalandoci un primo disco che percorre i sentieri crepuscolari e bui del loro ormai classico dark-gothic rock, completamente avvolto da una poderosa aura elettronica e da quella vocazione al pattern ambient che difficilmente abbandona la band; il secondo dischetto, invece, pur conservando in buona parte le stesse atmosfere di fondo del primo, si presenta come un lavoro strumentale e completamente dark-ambient, nel quale samples, sintetizzatori, tastiere ed effetti percussivi sono ben in grado di creare soundscape oppressivi e stranianti, nonché, in qualche tratto più nero, anche orrorifici. L’interesse e l’attenzione dell’ascoltatore sono di sicuro messi alla prova durante la fruizione di questa ora e quaranta minuti di musica, ed è ovvio come le undici composizioni più ‘regolari’ della nuova opera Canaan rappresentino il fulcro dell’incarnazione attuale del gruppo, che oggi presenta al suo pubblico Arianna, una vocalist attenta e capace, che finalmente scuote la cupezza del cantato con un briciolo di solarità in più, sebbene malamente riflessa dalle nuvole sempre incombenti di “Of Prisoners, Wandering Souls And Cruel Fears”. La produzione è particolare, crediamo volutamente non pulitissima e con suoni liquidi che confondono spesso su cosa si sta ascoltando, se una chitarra, una tastiera oppure una partitura di basso. Organico e compatto, il gruppo crea un enorme blocco di decrepitudine e assenza, dove i vuoti si riempiono di pianto e le risate vengono dimenticate. Brani quali “The Lighthouse Keeper”, “The Love Slasher” e soprattutto le magnifiche “The Ghost Chaser” e “The Illusion Fugitive” non lasciano scampo e subdoli ci coinvolgono nel ricordo più triste che scaturisce dai meandri della nostra mente. I Canaan non sono un ascolto per tutti e ancor meno un ascolto estivo. Magari segnatevi l’appunto e, quando le giornate cominceranno ad accorciarsi e il calore ad affievolirsi, andate a ripescarlo. L’ennesima prova di maturità di una formazione nostrana che ha sempre fatto della qualità il proprio cavallo di battaglia. Gran bell’album e ottima conferma.