7.0
- Band: CANCER BATS
- Durata: 00.32.12
- Disponibile dal: 09/03/2015
- Etichetta:
- BMG
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Dopo esser stati riconosciuti in tutto il mondo come live band di Serie A e dopo aver affinato alla perfezione la propria formula, fatta di attitudine hardcore, southern metal e influenze sabbathiane, ai Cancer Bats serviva una sterzata. Era necessaria per la propria costituzionale vitalità, per dar nuova linfa alla propria discografia, per sperimentare e spingersi fuori dalla zona di comfort, spazio in cui è necessario confrontarsi per non finire la carriera in una lenta ed inesorabile discesa. I canadesi scelgono il produttore di fama Ross Robinson (sì, quello dell’Adidas rock) per il loro quinto album in studio, buttandosi nel suo famoso metodo di produzione anticonvenzionale che ha forgiato più di un album degno di memoria. Il risultato non è lontanissimo dallo stile o dal catalogo della band, ma è comunque differente: viene sviluppata la componente Bat Sabbath nel DNA del gruppo, con un rallentamento della velocità di crociera e un tono particolare sull’enfasi che riporta a sulfuree atmosfere settantiane tanto care agli amanti dello sludge – con tutta l’attenzione per i bassi, gli echi e le impurità che ne derivano (ascoltate “Beelzebub” e “Dusted” come esempio lampante). Viene data anche particolare attenzione alle vocals del punk Daniel Cormier, spinto a cantare nella maniera più convenzionale e a dar smalto alle parti melodiche come mai in passato. La gamma di influenze viene quindi polarizzata e resa più disomogenea, ma non viene persa l’urgenza e l’impatto che ha sempre contraddistinto i Cancer Bats come aspetto fondamentale. Come suggerisce il titolo “Searching For Zero”, si tenta in maniera esplicita di recuperare un sound più elementare e primitivo, che viene esaltato da una produzione “live” meno compressa del solito, la preferita dei rinati appassionati del vinile. Se nella vostra testa li catalogate ancora come ‘metalcore’, scusate: non avete capito un cazzo.