6.5
- Band: CANCER
- Durata: 00:43:53
- Disponibile dal: 02/11/2018
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Buone nuove dalle parti di Birmingham: a cinque anni dall’annuncio della loro reunion, arriva finalmente il comeback album dei Cancer, “Shadow Gripped”. Nel mezzo, delle fortunate ristampe dei primi capitoli discografici, concerti su suolo europeo e nordamericano e il benestare della critica musicale, che ha seguito con discreto interesse ogni tappa del ritorno dell’attempato terzetto britannico. Come tanti altri gruppi che si rifanno vivi dopo un lungo oblio, i Cancer si guardano bene dal rimescolare le carte e dal proporre qualcosa di diverso da quel thrash-death che marchiò felicemente le loro prove nel periodo 1990-1993. Quanto rilasciato su lavori come “Black Faith” o sulle opere del breve ritorno sulle scene dei primi anni Duemila, fra groove metal e strane velleità industrial, ricevette d’altronde soltanto critiche negative, tanto che John Walker e compagni furono di fatto costretti a battere in ritirata e a chiudersi in un silenzio durato appunto sino al 2013.
Le coordinate stilistiche per questo ritorno non presentano dunque sorprese: la band sguazza in territori thrash-death vecchia scuola, con ritmiche piuttosto serrate, chitarre come lame di rasoio e una continua ricerca dell’impatto. L’attacco iniziale di “Down The Steps” e i suoni scelti in sede di produzione inducono in effetti a pensare ai primi anni Novanta e ad una band di nuovo arrabbiata, ma la lunga durata complessiva del brano e la sua ripetitività di fondo fanno capire che il tempo è irrimediabilmente passato e che i Cancer devono fare i conti con degli ingranaggi ancora un po’ arruginiti. Per fortuna, il songwriting migliora di lì a poco: già dalla successiva “Garotte” i riff si succedono in maniera più disinvolta e la tracklist si trasforma in un grande frullatore che, nonostante qualche ulteriore lungaggine, evidenzia la capacità degli inglesi di rielaborare con una certa credibilità lo stile dei loro esordi. La furia non è mai barbara come su “To The Gory End” e gli assoli non sono certo quelli di James Murphy, indimenticato ospite su “Death Shall Rise”, ma qua e là i Cancer si dimostrano ancora capaci di scrivere ritornelli e riff appiccicosi, fra Obituary e Sepultura di “Beneath The Remains”… proprio come una volta. Peccato che, come accennato, alcuni episodi sembrino protrarsi più del necessario e che – parlando del contorno – la copertina appaia più adatta ad un disco symphonic black di vent’anni fa che ad un album thrash-death di questo genere, altrimenti “Shadow Gripped” avrebbe potuto anche collocarsi sullo stesso onorevole livello del vecchio “The Sins Of Mankind”. In ogni caso, il risultato complessivo è superiore alle – in vero basse – aspettative iniziali. Per chi sceglie la nostalgia, sempre.