7.0
- Band: CANCERVO
- Durata: 00:32:31
- Disponibile dal: 29/03/2024
- Etichetta:
- Electric Valley Records
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Ad appena un anno di distanza dal precedente e lapidario “II”, torna il terzetto bergamasco dei Cancervo con un’altra tacca sulle lapidi del doom metal più sulfureo e psichedelico.
“III”, questo il semplicissimo titolo del lavoro, è però un disco che fa intuire come ci sia un cambiamento in atto, capace di mettere ancora più in risalto le qualità diaboliche di Luka, Francesco e Sam: anzitutto la produzione fa un bel salto di qualità, senza snaturare la vena lo-fi del progetto, e questa volta tutti i pezzi sono cantati tranne la breve “Intro”.
Che la virata dal punto di vista dei suoni abbia avuto degli effetti positivi si sente subito da “Sacrilegious Mass” – un titolo se vogliamo ampiamente abusato in questo campo, ma perfettamente in linea con lo stile dei Cancervo – che si arricchisce e mette le mani fuori dalla sua polverosa cripta. Il pezzo più interessante di questa mezz’ora di musica è però sicuramente “Burn Your Child”: otto minuti di riff ossessivi e con un testo nero come la pece, dove la voce di Luka viene particolarmente esaltata anche dal riverbero, quasi a farci immaginare la band intenta a suonare in una oscura caverna sperduta fra i monti bergamaschi.
Dicevamo, appunto, che i nostri non hanno perso il gusto per i suoni lo-fi, ma che nel complesso la produzione del disco è più rifinita e curata, complici anche delle linee vocali e molto azzeccate, come nella successiva “St. Barnabas”, focalizzata più sull’elemento più psichedelico della musica dei Cancervo salvo poi tuffarsi in pieno in un nero calderone,in cui ci viene raccontato come il teschio di San Barnaba sia sopraggiunto a Zogno. A chiudere questo nuovo lavoro dei bergamaschi, “Red Pig”, anch’essa basata su varie leggende riguardanti un maiale rosso che si tramandano nella provincia lombarda, sempre accompagnata da riff impastati e odore di vecchi amplificatori valvolari.
“III” dimostra come il trio sia in ottima forma e stia mano a mano evolvendo verso una chiara e precisa idea di sound, ed è sicuramente un buon passo in avanti rispetto al precedente “II”, ancora un po’ acerbo sotto questo punto di vista. I Cancervo si dimostrano di nuovo abili cantori del lato più oscuro della parola ‘tradizione’ e delle valli della bergamasca, attraverso un doom metal denso e cupo che inizia a funzionare davvero bene.