7.5
- Band: CANDLEMASS
- Durata: 00:25:28
- Disponibile dal: 06/03/2016
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Niente più album in studio per i Candlemass, si era detto. In effetti qua ci troviamo davanti ad un EP, ma è difficile credere che Leif Edling e soci si fermeranno qua… Mats Levén è ora, dopo una rodata collaborazione live, il cantante ufficiale della band e, che dire? Si parla dei Candlemass, quindi le aspettative sono altissime e la curiosità alle stelle: manopola del volume tutta a destra e play. “Death Thy Lover”, title track e opener dell’EP non convince un granché: la pesantezza dei doomster svedesi si intravede ed intuisce più che sentirsi, Mats non sembra del tutto a suo agio ed una parte centrale che ricorda quasi una ballad hard-rock, ci fanno temere il peggio. Poi arriva “Sleeping Giant” ed ecco i Candlemass! Riff granitico, la ben conosciuta epicità lenta ed inarrestabile del gruppo: Jan Lindh picchia sulla batteria con la metodicità di un fabbro in fucina e, finalmente, Levén prende una linea vocale più consona allo stile degli svedesi. Quattro anni da “Psalms Of The Dead”, ma la vena creativa di Edling è tutt’altro che esaurita. Pace fatta? Decisamente si, dato che “Sinistrer And Sweet” resta sui livelli della track precedente e sullo stile tipico dei Candlemass. Bisogna dire che Mats non è ne Robert Lowe ne Messiah Marcolin (ne, ovviamente, Johan Längquist che, per chi scrive, è stato il miglior cantante che i Candlemass abbiano mai avuto) e gli manca un po’ della “teatralità” che è sempre stata un marchio di fabbrica delle vocals della band, ma svolge comunque un lavoro egregio (ed, avendolo visto dal vivo in più di un’occasione, sappiamo che ha notevoli potenzialità). Per il resto il pezzo è tipico dei doomster di Stoccolma ed il refrain si imprime in mente fin dal primo ascolto, grazie anche alla voce ed all’ottimo lavoro di Mats Björkman e Lars Johansson alle chitarre ed il basso maestoso del ‘vecchio’ Leif ad amalgamare il tutto. E, per fugare ogni dubbio, anche “The Goose” si apre con un riff pesante come un incudine, con l’ingresso della seconda chitarra a dare un tocco malinconico e vagamente ‘acido’; poi il palm-mute ci riporta alle classiche sonorità del gruppo, fino al groove di basso solo con la batteria che ci conduce al ritorno della chitarra, prima quasi ‘ovattata’ e poi nuovamente pesante. “The Goose” è un pezzo interamente strumentale, ma i suoi quasi sette minuti scorrono senza problemi e chiudono “Death Thy Lover”. Ovviamente la prima reazione è ‘già finito?’, la seconda è riperdere subito il tasto play. In definitiva il ritorno è più che gradito e ci dimostra che i Candlemass sarebbero tranquillamente in grado di fare un altro disco ad alti livelli. Certo: un EP è un po’ poco e -per quanto la qualità ci sia tutta- probabilmente vale l’acquisto solo per i fan della band, ma stiamo pur sempre parlando dei Candlemass, quindi se Leif Edling e soci rientrano tra i vostri ascolti abituali, allora qua andate sul sicuro.