CANNABIS CORPSE – Nug So Vile

Pubblicato il 28/10/2019 da
voto
6.5
  • Band: CANNABIS CORPSE
  • Durata: 00:35:43
  • Disponibile dal: 01/11/2019
  • Etichetta:
  • Season Of Mist
  • Distributore: Audioglobe

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La saga allucinogena dei Cannabis Corpse si arricchisce di un nuovo capitolo a poco più di due anni di distanza dal precedente “Left Hand Pass”. Un lasso temporale che, senza particolari colpi di scena, non ha inciso minimamente sull’indirizzo stilistico di Land Phil e compagni, ancora una volta alle prese con un death metal ricalcato su alcune celebri opere prodotte nei Morrisound Recording durante i Nineties. Chiunque conosca anche solo superficialmente la discografia del gruppo di Richmond sa di cosa stiamo parlando: un sound arrembante che, fra un omaggio ai Cannibal Corpse del periodo “The Bleeding”/“Vile”, una strizzata d’occhio alla barbarie dei Deicide e un’incursione nei tecnicismi dei Monstrosity, si dimostra essere una solida alternativa all’operato dei maestri, e che come tale va approcciato per comprenderne le effettive mire e intenzioni. I Nostri non sono certo qui per reinventare la ruota, un po’ di mestiere va comunque messo in conto quando si è alle prese con un loro album, ma il piglio del songwriting e l’amore tangibile verso il genere fanno sempre sì che l’ascolto non risulti uno sterile tributo ai bei tempi che furono.
Anche in questa ottica, “Nug So Vile” centra l’obiettivo e non mancherà di appagare chi vive con i santini di Alex Webster e Glen Benton nel portafogli, sebbene rispetto al succitato “Left…” (per chi scrive, l’apice compositivo della band) un vago senso di appannamento finisca per smorzarne l’efficacia e il dinamismo complessivi. Gli episodi degni di nota ovviamente non mancano, rispondendo in questo caso ai titoli di “Conquerors of Chronageddon”, “Blasphemy Made Hash” e “Cheeba Jigsore Quandary”, ma al loro fianco trovano anche spazio brani che – pur rispettando alla lettera i dettami della scuola floridiana – poco tolgono e poco aggiungono alla concatenazione di uptempo brutali e rallentamenti pastosi assaporata in precedenza. Forse, dopo cinque full-length e la moltitudine di impegni con Iron Reagan e Municipal Waste, era inevitabile per Phil giungere a questo appuntamento con il fiato corto; un calo fisiologico che verrà puntualmente messo in ombra sulle assi del palco, vera dimensione del progetto di Richmond. Alla prossima partita d’erba.

TRACKLIST

  1. Conquerors of Chronageddon
  2. Nug So Vile
  3. Blunt Force Domain
  4. Cylinders of Madness
  5. Blasphemy Made Hash
  6. Cheeba Jigsore Quandary
  7. Edibles Autopsy
  8. Dawn of Weed Possession
  9. The Cone is Red (Long Live the Cone)
  10. The Ultimate Indica-ntation
  11. From Enslavement to Hydrobliteration
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