CAPHARNAUM – Fractured

Pubblicato il 24/06/2005 da
voto
7.0
  • Band: CAPHARNAUM
  • Durata: 00:29:42
  • Disponibile dal: 06/06/2005
  • Etichetta:
  • Earache
  • Distributore: Self

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 Avviso agli amanti del techno-death: attenzione, iCapharnaum hanno sfornato un album che è pane per i vostri denti. Ineffetti al giorno d’oggi il death tecnico e progressivo purtroppo losuonano in pochi, e pochissimi lo suonano bene. Accogliamo quindivolentieri la proposta di questo quintetto americano, guidato daifratelli Jason e Jordan Suecof (rispettivamente chitarrista ebatterista) che, per questo “Fractured”, mettono in piedi una band ditutto rispetto, ingaggiando Matt Heafy dei Trivium al microfono, DanielMongrain dei Martyr all’altra chitarra e Mike Poggione dei Monstrosityal basso. Unito ad un tasso tecnico elevatissimo, dunque, i Capharnaumabbinano una capacità di scrittura notevole, dando vita a otto tracceche riportano alla mente i Death di “Human”, gli Atheist e a volteanche i Darkane e i Martyr, band canadese di techno death nella qualecome già detto milita il guitarist Daniel Mongrain. La velocità mediadei brani è piuttosto elevata, grazie soprattutto al lavoro eccellentedi Jordan alla batteria, vero e proprio punto di forza della band. Lavoce di Heafy poi fa il resto, grazie ad un semi growling estremamenteapprezzabile che lo pone a metà strada tra il sommo Glen Benton e MikeDiSalvo, ex Cryptopsy. La quantità di riff e assoli prodotti dalle dueasce è impressionante, e davvero rimarchevole è l’alternanza di riffingnervoso e progressivo e assoli melodici e ultratecnici. La longevità ègarantita dal fatto che, per assimilare il tutto, si ha bisogno dimoltissimi ascolti: solo una volta che si è  entrati realmente nelmondo dei Capharnaum si possono apprezzare tutti i passaggi e le millesfumature che la loro musica può offrire. Certamente il lavoro non èesente da pecche, per esempio avrebbe meritato più spazio il fantasticobasso di Poggione, relegato al ruolo di accompagnamento quando avrebbetranquillamente potuto recitare da solista. Altra grave pecca è ladurata che non raggiunge nemmeno la mezz’ora, davvero troppo poco perun album del genere, anche se comunque la band riesce a sintetizzare inmaniera ottimale la propria proposta pur senza rinunciare ad inserirenulla. La qualità delle canzoni rimane costante per tutta la durata dellavoro, con la sola “Icon Of Malice” superiore al resto, in virtù di unriffing assassino e nervoso che cattura l’attenzione meglio che inaltre tracce, forse anche grazie a dei rallentamenti che rendono iltutto più godibile. Ottima la produzione, mentre l’artwork potevaessere migliore. Insomma, bella sorpresa questi Capharnaum, che restanoancora un paio di gradini sotto i maestri del genere nominati inapertura, ma che comunque delizieranno coloro che dalla musica estremacercano tecnicismo esasperato pur senza rinunciare a partiture violentee blast beat da cardiopalma. Sicuramente promossi, ma le potenzialitàdella band potranno permetterle di migliorare ancora tantissimo.

TRACKLIST

  1. Ingrained
  2. Fractured
  3. Perpetuate Catatonia
  4. Machines
  5. Icon Of Malice
  6. Reins Of Humanity
  7. The Scourge Trial
  8. Refusal
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