6.0
- Band: CAPTAIN BLACK BEARD
- Durata: 00:38:33
- Disponibile dal: 23/05/2014
- Etichetta:
- Dead End Exit
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Osservando l’immagine di copertina inchiostrata con un irriverente taglio cartoonesco e retrò, potremmo tranquillamente asserire di trovarci di fronte ad una band che, almeno sulla carta, potrebbe raccogliere il testimone lasciato alcuni anni orsono dai giganti dello ‘scan rock’ come The Hellacopters e Gluecifer. Invece i Captain Black Beard si presentano come un curioso ibrido volto a mescolare, a tratti con un piglio sin troppo macchinoso ed impersonale, il tradizionale rock’n’roll di stampo americano, con evidenti incursioni nel campo dell’hard rock melodico di matrice nord europea. Nei credits del secondogenito “Before Plastic” spuntano infatti alcuni ospiti di lusso tra i quali troviamo Bruce Kulick, eccellente ex chitarra dei KISS nel periodo ‘unmasked’, alle prese con un gradevole assolo nell’arrembante “Please Come Home”. Fa parte del cast anche Mats Karlsson, ascia degli storici 220 Volt, qui impegnato in un efficace fuga in solitario nella dinamica “Keep On Drivin'”. Chiude il cerchio il tentacolare produttore e chitarista scandinavo Tommy Denander, il quale lascia la sua impronta in fase solista in ben tre episodi. “Somembody” è un excursus ‘radio friendly’ che rievoca alla lontana certi Bon Jovi, senza purtroppo possederne la medesima caratura artistica. L’incalzante urgenza profusa da “Shout” ben si sposa con il secco riff portante di “Takin’ You Out”, strizzando palesemente l’occhio ai KISS primordiali. Il mood di “Listen Up” viene immerso in tenui chiaroscuri malinconici di genuina matrice classic rock, affrescati con sufficiente disinvoltura dai protagonisti. Questo mélange assortito viene accompagnato da una serie di episodi ineccepibili nella forma, ma al contempo incapaci di scolpire nella nostra memoria un ritornello in grado di far venire la pelle d’oca. I Nostri si prodigano in una ricerca ostentata di questo abbagliante Santo Graal, obiettivo peraltro ridimensionato sul nascere dai modesti risultati ottenuti dalla stucchevole triade composta da “Music Man”, “Aiming For Love” e “Life’s What You Make It”. Ci troviamo al cospetto di un gruppo con un potenziale parzialmente inespresso, al quale consigliamo caldamente di rimboccarsi le maniche al più presto, onde evitare di finire nel dimenticatoio. Il celebre inno “It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock ‘n’ Roll)” svetta come un monito imperativo nei confronti di questi giovanotti…