7.0
- Band: CARCHARODON
- Durata: 00:33:02
- Disponibile dal: 26/10/2018
- Etichetta:
- Argonauta Records
- Distributore: Goodfellas
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Ed ecco tornare anche i Carcharodon, che dalle gioiose e assolate terre savonesi portano con loro il nuovo “Bukkraken”, che già si candida per la palma di titolo più bello dell’anno. La cosa buona è che anche il contenuto non sfigura nei confronti del nome, dandoci in pasto una trentina di minuti pregni di una certa ignoranza divertita che i Nostri chiamano ‘macho metal’. Rispetto al precedente, molto buono, “Roachstomper”, troviamo una marcia aumentata sia per quanto riguarda certe velocità che per una dedizione ancor più totale nei confronti degli aspetti più beceri e ferini del sound della band. Il suono stesso diventa ancora più zeppo di fuzz e bassi, i ritmi ossessivizzano stilemi che rimandano tanto allo sludge di riferimento quanto ad un heavy di scuola squisitamente ottantiana, con un riffing talvolta speed metal che ci fa sorridere e fare ‘si’ con la testa mentre sorseggiamo il nostro Mint Julep da proprietari terrieri del sud.
Quello che piace dei Carcharodon è la loro abilità nel costruire brani più che dischi, nell’incastonare una serie dietro l’altra di momenti gustostissimi che funzionano per quel che sono e rappresentano, ben divisi eppure funzionali l’una all’altra. La prova di questo “Bukkraken” si dipana lungo nove pezzi che girano attorno alla velocità di “Bile Dealer”, l’aria corale blue(s) di “Weed & Brown Sound”, il turpiloquio di “U-666” o l’esigenza cieca della title track, che qualche dente farà saltare in sede live.
Un disco che non stanca nemmeno per un secondo, dove oltre ad una prova buona da parte del gruppo spicca uno spirito iconoclasta che non guarda tanto a prendersi troppo sul serio quanto ad alzare l’asticella di un estremismo tutto proprio, incurante dei cadaveri sparsi sul selciato dopo il passaggio del megalodonte.