7.0
- Band: CARCHARODON
- Durata: 00:34:18
- Disponibile dal: 22/09/2023
- Etichetta:
- Vacation House Records
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Riecco gli alfieri del ‘macho-metal’, i savonesi Carcharodon, che tornano sulle scene col nuovo “Sbhorror”, titolo anche questa volta molto elegante – e filologicamente abbastanza in linea nei confronti del precedente “Bukkraken” del 2018.
Sanno come prendersi poco sul serio sul piano puramente concettuale, i Carcharodon, e la cosa riesce loro bene perché hanno le spalle ben coperte dall’esecuzione tecnica della propria musica: troppo facile fare gli scemi così per fare, bisogna esserne capaci, e qua l’ironia è pungente, volgare, ma usata con cognizione di causa, e la cosa esalta ulteriormente la qualità delle loro doti musicali, invece di mascherarne, come accade in altre situazioni, la scarsezza.
Il death and roll marcio e paludoso dei liguri suona ancora una volta piuttosto potente, con alcune mazzate ben assestate e una inquieta nota melodica che pure emerge da composizioni anche piuttosto estreme, con alcune punte verso soluzioni più prettamente sludge (“Cold Cuts”), anche se non mancano accelerazioni ai limiti del blast-beat. In generale si conferma una buona padronanza tecnica e la capacità di scrivere brani che fanno divertire e che probabilmente divertono anche chi li suona, esaltando velocità e marciume a base di Entombed e i Motorhead, suoni della Louisiana più trasandata e citazioni di Massimo Boldi e Pasolini. Non male come mix.
La forza dei Carcharodon risiede soprattutto nella musicalità con cui anche un pezzo più canonicamente hard rock come “G.T.S.” riesce a farci a battere il piedino per terra pur rimanendo lineare e meno stupefacente delle altre tracce, ma allo stesso tempo anche nella realizzazione di un brano come “The Shredding”, dove in nove minuti si condensano ritmi lenti, stop-n-go quasi thrash, aperture istrioniche a sonorità più ‘aperte’, con la voce femminile di Lili Refrain in ospitata a impreziosire il tutto, anche se non nascondiamo tuttavia che, secondo noi, qualche limatura avrebbe giovato alla canzone, risultante alla lunga un po’ dispersiva.
Un giro di giostra violento e volgare che, come da galateo, finisce ‘soavemente’, facendoci ascoltare una pisciata con tanto di sciacquone; magari “Sbhorror” non sarà il disco da ascoltare in maniera continuativa, ma per una serata di virili birre da mezzo litro cantando la hit “Beak Life” (godetevi il video), o in cui si necessita anche solo di ricaricare le batterie, potrebbe essere perfetto. Molto divertente.