5.0
- Band: CARNAL DECAY
- Durata: 00:09:52
- Disponibile dal: 20/07/2018
- Etichetta:
- Rising Nemesis Records
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Poco più di un anno fa ci eravamo spesi in parole positive circa il quarto lavoro in studio dei Carnal Decay, che riuscivano a miscelare con relative scioltezza ed ispirazione umori death metal più veloci e brutali con altri rallentati di chiaro stampo slam, caratteristica che rendeva piuttosto frizzante l’ascolto del loro ultimo full-length. Dopo molto poco tempo gli svizzeri decidono di non dare un freno al loro carattere compositivo, dando alle stampe una nuova, brevissima uscita, che sembra in realtà però aggiungere ben poco a quanto mostrato solamente qualche mese fa dai Carnal Decay. Nei tre brani presenti su questo breve EP, infatti, torna a farla da padrone il death metal muscoloso e sgargiante che già avevamo avuto modo di approfondire in “You Owe You Pay”, declinato però stavolta in una vena ancor più pacchiana e rudimentale che sembra lasciare da parti gli arrangiamenti più dinamici messi in mostra nel recente album in favore di soluzioni ben poco eleganti di chiara scuola brutal slam. Questa almeno è l’impostazione prevaricante che spadroneggia tra i solchi della prima traccia, un concentrato di testosterone e suggestioni groove metal che vi costringerà a muovere la testa oltre il vostro controllo, ma che oltre a qualche sorrisetto di compiacimento momentaneo, avrà poco da aggiungere col susseguirsi degli ascolti. Per quanto improntata sulle stesse coordinate direttive, la successiva “Food For Thoughts”, impreziosita da una grande prova di Filimontsev dei Katalepsy alla voce, sembra riscattare in parte le buone trovate ritmiche che caratterizzavano l’ultimo studio album, prima di arrivare finalmente a “We All Bleed Red”, prima ed unica traccia davvero in grado di rivaleggiare in quanto a solidità con la tracklist passata della band. In questo caso, il carattere pestone e lento dei Carnal Decay trova un adeguato corrispettivo nelle ritmiche avvolgenti e nel tenore puramente death metal della composizione, realizzando un brano che dimostra in una durata fin troppo esigua, la giusta misura che i quattro ragazzi sanno raggiungere nella fusione delle varie correnti ed influenze che formano il suono quadrato e compatto dei Carnal Decay. A conti fatti, è difficile dare un voto esaustivo ad un prodotto discografico che fondamentalmente non lo è, ma ci sentiamo in definitiva di considerare fin troppo frettolosa ed approssimativa l’uscita di “When Push Comes To Shove”, proprio alla luce del buon materiale contenuto invece nell’ultima fatica di lunga durata dell’anno scorso.