7.0
- Band: CARNATION
- Durata: 00:47:37
- Disponibile dal: 17/08/18
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Formatosi nel 2013, il gruppo belga mette a frutto l’esperienza maturata in quattro intensi anni di concerti (da registrare addirittura una calata in terra giapponese documentata dal “Live at Asakusa Deathfest”) dando alla luce “Chapel of Abhorrence”, undici tracce di sano death metal che sembra trarre ispirazione da un ampio spettro di punti di riferimento. Dal punto di vista strettamente stilistico, questo debut album è un’opera fedelmente ancorata all’anima più pesante e tradizionale del death metal dei primi anni Novanta; piuttosto che concentrarsi su una singola scuola – Stoccolma, Florida, Finlandia, ecc – i Carnation creano però un suono compatto e tutto sommato spontaneo, in grado di lambire varie sfumature senza soffermarsi mai troppo su un particolare paradigma. I ragazzi in questo senso ricordano vagamente i Blood Red Throne degli inizi o i Grave dei primi anni Duemila, ovvero una band capace di pescare da più tradizioni death metal e di tessere brani groovy e coinvolgenti evitando di rientrare in un movimento specifico. Se il suono di chitarra può rifarsi alla vecchia scuola svedese, certe progressioni ritmiche possono rimandare infatti ai Cannibal Corpse d’annata, per una serie di piccole trasgressioni trasversali che ravvivono l’ascolto. L’atmosfera generale è più arrembante e “caciarona” che criptica, ma alla base del disco vi sono comunque prima di tutto una piacevole verve giovanile e delle soluzioni chitarristiche tanto familiari quanto sempre ben assemblate. Rispetto a quello dei danesi Baest – anche loro all’esordio proprio in questi giorni – il sound della formazione belga risulta meno ripulito e tirato a lucido: emerge più ardore dai solchi di “Chapel of Abhorrence”, il gruppo ha fame, appare sprezzante e sardonico e riesce a trasmettere tutto questo con una proposta certo non originale, ma senz’altro onesta e vivace. Si sente che i Carnation hanno lavorato sodo per arrivare a questi risultati e se continueranno ad operare in questa maniera, mantenendo brio e ispirazione su buoni livelli, potrebbero ottenere una certa visibilità nel circuito death metal europeo.