7.0
- Band: CARNATION
- Durata: 00:40:33
- Disponibile dal: 18/09/2020
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Abbiamo incrociato i Carnation per la prima volta all’altezza del loro debut album “Chapel of Abhorrence”, disco che li ha portati a suonare un po’ ovunque e a farsi segnalare anche in appuntamenti importanti come la crociera 70.000 Tons of Metal o il britannico Damnation Festival. Il nuovo “Where Death Lies” arriva dunque dopo un’attività concertistica molto intensa e, non a caso, vede il gruppo belga spingere spesso su strutture ficcanti e arie anthemiche che – Covid permettendo – dovrebbero rendere al meglio quando riproposte in sede live. A livello prettamente stilistico, in ogni caso, i ragazzi di Anversa continuano sul percorso di sempre, combinando in maniera consapevole elementi di diversi filoni death metal legati soprattutto alla vecchia tradizione dei primi anni Novanta. Il sound oscilla ancora una volta tra una resa sonora e un’attitudine vicine alla scuola di Stoccolma e qualche guizzo più tecnico e serrato riconducibile ai classici americani, unitamente a tutto ciò che immaginate possa starci in mezzo senza snaturare una proposta che sempre e comunque sa di revival. “Where Death Lies”, tuttavia, mostra anche un’evoluzione per quanto riguarda timbro e atmosfera: nonostante alcuni brani siano particolarmente orecchiabili nello sviluppo – vedi l’ottima titletrack – il disco vede i Carnation optare con maggiore insistenza per un suono più cupo e una produzione ‘vintage ma al passo coi tempi’ che chiamano direttamente in causa i Bloodbath, in particolare quelli dei lavori con Mikael Åkerfeldt e Peter Tägtgren alla voce. Di certo, insomma, non si può parlare della musica della band come di una proposta che non teme paragoni e similitudini: le allusioni ci sono e sono chiare, ciononostante l’insieme riesce comunque a rivelarsi fruibile e coerente, oltre a regalare qualche episodio decisamente frizzante che dona ulteriore piacevolezza all’ascolto. Come quello dei Necrot – volendo citare un altro nome di recente salito alla ribalta – questo è death metal di sostanza, per certi aspetti senza grandi pretese, ma concepito e suonato con cura da musicisti generosi.