7.0
- Band: CARNIFEX
- Durata: 00:35:05
- Disponibile dal: 02/08/2019
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Ci è voluto parecchio, ma alla fine i Carnifex hanno capito che la risposta a tutte le critiche ricevute in carriera era sempre stata lì, sotto i loro occhi. Raggiunto il traguardo del full-length numero sette (già di per sé un miracolo, tenuto conto di una proposta lungi dal dirsi eccelsa e dell’interesse calante verso il fenomeno death-core) il gruppo californiano estrae dal cilindro quella che risulta essere la sua opera più convincente dai tempi del lontano esordio “Dead in My Arms” (2007), ricollegandosi proprio a quei brani per dare in pasto alle (giovani) legioni di fan una mezz’ora abbondante di assalti muscolari e digressioni simil-diaboliche. Messi al bando i breakdown da encefalogramma piatto e conferito sia al guitar work che alla sezione ritmica un taglio più snello, Scott Lewis e compagni imbastiscono una tracklist piacevole dall’inizio alla fine, trovando finalmente la giusta quadra fra un certo tipo di metal americano (Suicide Silence e Slipknot dell’era “Iowa” in primis) e suggestioni prese in prestito dalla famigerata scena black/death di Necrophobic e Dark Funeral.
Il risultato è un disco – il qui presente “World War X” – che senza mai sfiorare l’eccellenza riesce comunque a mettere in buona luce l’operato dei musicisti coinvolti, evidentemente migliorati sotto il profilo tecnico e con le idee più chiare su dove andare a parare rispetto agli sconclusionati “The Diseased and the Poisoned” e “Until I Feel Nothing”, tra episodi in cui groove non diventa sinonimo di banalità (la titletrack, “By Shadows Thine Held”) e feroci incursioni in territori prettamente estremi (“Visions of the End”, “This Infernal Darkness”). In definitiva, un’opera che non si esaurisce nell’ospitata della procace Alissa White-Gluz sul singolo “No Light Shall Save Us”, potenziale trampolino di lancio verso una compiuta (e tardiva) maturità artistica.