7.5
- Band: CARONTE
- Durata: 00:26:30
- Disponibile dal: 10/05/2022
- Etichetta:
- Ván Records
Spotify:
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Brillante EP collaborativo, quello che vede qui impegnati i parmensi Caronte e alcune band loro amiche, affini per immaginario di riferimento, elementi culturali in comune e sonorità. Quattro brani, quelli presentati in “Circle”, già editi tra giugno 2021 e marzo 2022 come quattro distinti singoli. Un’operazione allo stesso tempo di omaggio e messa a fattor comune di risorse tipiche di ognuna delle band all’opera con la compagine stoner-doom guidata da Dorian Bones, una certezza quando si parla di doom occulto, drogato di psichedelia quanto capace di sortite nello stoner metal più diretto e coinvolgente. Ed è proprio nel segno di un discorso di facile presa e subito accattivante che si muovono le tracce dell’EP, andando in assonanza con l’ultimo full-length “Wolves Of Thelema”. I Caronte hanno concepito con attenzione questa pubblicazione, non limitandosi ad ospitare artisti coi quali sono in buoni rapporti per brevi comparsate, li hanno piuttosto coinvolti pienamente affinché gli stili delle singole formazioni potessero fondersi, così da far trasparire chi ci sia di mezzo, ma senza far svettare particolarmente un musicista sugli altri.
La comunione di intenti è palese e porta a risultati ragguardevoli già in apertura, con gli Our Survival Depends On Us e la loro epica mistica a integrarsi e diventare una cosa sola coi Caronte in “Black Flames”. Il riff iniziale è portentoso e scatena un chitarrismo ardentemente metallico, luminoso e arrembante: il duettare delle voci porta a un crescendo di forte intensità, le soliste giganteggiano e un senso di sacralità si fa strada poco per volta, prendendosi la scena nella seconda metà del brano. “Cauldron Of Ecstatic Loneliness” inasprisce i toni, con l’entrata in scena del black metal dei Fides Inversa; siamo comunque in contiguità con la prima traccia, lo stile è lievemente più rozzo e quadrato, le ritmiche ‘pestate’, lo scambio di vocalizzi si inselvatichisce. Dorian Bones ci pare in ottima forma, ha messo un po’ da parte l’armamentario lisergico e carica a testa bassa, esaltato da ritmi concitati e un ardore old-school heavy metal. Altro brano riuscito, con le chitarre anche in questo caso molto cariche e variegate nelle soluzioni.
“Solar Void Of Yule” assieme agli Schammasch tracima di pathos, con gli ospiti che allineano le loro costruzioni death-black di ampio respiro a un andamento più regolare e meno pressante di quello che ci potremmo attendere da loro. Rilucono armonie dannate di sordida eleganza, tra rilanci di Bones e un torbido rimestare di riff ora martellanti, ora allungati. Notevole il finale, con le voci a intrecciarsi in un abbraccio mortale. “Flowers Of Lucifer” con King Dude sposa gli indirizzi del cantautore americano, iniettando il suo alito dark-neofolk nel sentire dei Caronte, che già da parte loro a certe medesime fonti si abbeverano. Oltre alla qualità dei singoli episodi, c’è da rimarcare come vi sia un’omogeneità di fondo nel materiale, pur nella diversità di vedute e approcci dei singoli brani. La stessa “Flowers Of Lucifer” non va poi a staccarsi chissà quanto dal trittico che l’ha preceduta, ne è la naturale conclusione e mostra allo stesso modo trasporto, forza emotiva e una botta di suono molto verace, che non dispiace mai ricevere. EP veramente ottimo da parte dei Caronte, un’operazione pensata e sviluppata benissimo e che merita di non rimanere rilegata a uscita ‘minore’.