CARPATHIAN FOREST – Black Shining Leather

Pubblicato il 12/12/2018 da
voto
9.5
  • Band: CARPATHIAN FOREST
  • Durata: 00:50:51
  • Disponibile dal: 15/07/1998
  • Etichetta:
  • Avantgarde Music
  • Distributore: Self

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Il primo album dei Carpathian Forest è il punto di congiunzione tra quel mix di black metal fortemente debitore dei primi Bathory, suggestioni naturalistiche, scarne melodie malinconiche e produzione ultra-grezza tipica del materiale precedente (le demo raccolte nella compilation “Bloodlust And Pervertion“ e il mini “Through Chasm, Caves And Titan Woods“) e ciò che è venuto poi, ovvero il black’n’roll condito da inaspettate aperture dal sapore jazz e ambient.
I cambiamenti rispetto alla produzione precedente non sono solamente musicali, bensì coinvolgono anche l’attitudine e l’estetica: i paesaggi nebbiosi lasciano il posto alle immagini dei corpi morti di una fossa comune e la maestosità della natura norvegese è argomento assai marginale (“The Northern Hemisphere“, “The Swordsmen“, “In Silence I Observe“), fungendo più che altro da sfondo per riflessioni intimistiche inquietanti. Nei testi non vi è traccia neanche degli altri classici argomenti-clichè del cosiddetto True Norwegian Black Metal – Satana o la mitologia norrena – si parla invece di sadomasochismo, più in generale di violenza e di morte. “Black Shining Leather“ ci mostra subito che la musica è cambiata, un pugno nello stomaco marcio e feroce, colonna sonora ideale di uno slasher di qualità. I riff sono sghembi, taglienti e sinistri, le ritmiche hanno un piglio punk’n’roll che dona dinamismo ai brani e regala al premiato duo Nattefrost / Nordavind (qui coaudiuvati dall’ottimo Lazare dietro le pelli) un sound diverso da quello di tutti i loro colleghi. Con “Death Triumphant“ i ritmi rallentano e l’atmosfera si fa a suo modo epica grazie al lavoro delle tastiere, cui si contrappone un basso molto presente, stonato e ‘sbagliato‘ abbastanza da ricordare la scena grottesca del ballo nel film “Calvaire“. E qui arriviamo al punto centrale: questo disco è malvagio di una malvagità molto terrena, quasi tangibile. E‘ stato ed è ancora, almeno per gli ascoltatori meno smaliziati, un disco scioccante; crudo, diretto ed estremamente credibile. La netta percezione è che non vi sia nulla di simulato, nulla di costruito a tavolino, nonostante il songwriting sia ottimo dall’inizio alla fine. Se il trittico iniziale è in grado di lasciarvi senza fiato, il resto del disco scorre sui medesimi binari fantasma, in un equilibrio alchemico pressocchè perfetto tra black metal feroce, ritmi rock’n’roll, melodie glaciali e lucida follia.
In chiusura troviamo la malinconica e dissonante “The Northern Hemisphere” – forse il pezzo che più si ricollega al materiale precedente , coi suoi suggestivi pattern di chitarra acustica – e la riuscitissima cover dei The Cure “A Forest“, in una versione notturna e pulsante, con un Nattefrost che sembra sussurare suadente dal cuore di una foresta nella notte più buia. Istintività, misantropia, classe e un tocco di genio si fondono dando vita ad un lavoro maestoso, che regge meravigliosamente i vent’anni che ha sulle spalle.

And it’s darker than you think…

 

TRACKLIST

  1. Black Shining Leather
  2. The Swordsmen
  3. Death Triumphant
  4. Sadomasochistic
  5. Lupus
  6. Pierced Genitalia
  7. In Silence I Observe
  8. Lunar Nights
  9. Third Attempt
  10. The Northern Hemisphere
  11. A Forest (The Cure cover)
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