7.0
- Band: CARPATHIAN FOREST
- Durata: 00:48:39
- Disponibile dal: 17/03/2003
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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I Carpathian Forest hanno da poco superato l’importante traguardo dei dieci anni. Poco più di un decennio fa, infatti, esordirono con un demo di necro black metal molto inquetante e suggestivo. La band, trainata ormai dall’animo di Nattefrost, non si è discostata poi molto dal black metal diretto senza melodie ma animato soltanto dalla vena più nera. A dir la verità i norvegesi si erano un po’ persi per strada ultimamente, pur restando una band di riferimento per chi vuole l’intrasigenza sonora all’interno del black metal, sebbene gli ultimi due lavori non fossero stati certamente il meglio della loro produzione. Una virata decisamente marchiata aveva portato Nattefrost ad un necro thrash black metal molto violento ma senza quel pathos malsano, quell’alone d’incubo che il gruppo aveva saputo creare. Ora i Carpathian Forest, con il loro nuovo “Defending The Throne Of Evil”, fanno un deciso passo in avanti, pronti a divenire gli alfieri prediletti alla difesa del trono maligno. ‘Raw’ black metal in tutto e per tutto con un saggio uso di tastiere che ricrea quell’atmosfera che i Carpathian Forest sembravano aver smarrito, l’opener è senza dubbio entusiasmante per la carica e la blasfemia di cui è animata: stavolta si arriva infine ad una giusta coesione tra la potenza trascinante del thrash e la fredda violenza del black metal. La voce di Nattefrost è sempre stridula e demoniaca come più si conviene al sound della band; la produzione è davvero valida e non penalizza affatto questo lavoro. Le canzoni sono ben distinguibili e possiedono un riffing sempre all’altezza della situazione… c’è spazio anche per le sperimentazioni: una traccia ambient davvero intrisa di tetra quiete demoniaca e poi un brano pazzo in cui compare il sax tanto caro a Nattefrost, un curioso tentativo (già sperimentato in passato dalla band) di introdurre uno strumento che di primo istinto mai si penserebbe adatto ad un genere così particolare come il black metal: a voi il giudizio se questa innovazione sia da bocciare o da condividere. Nessuna critica, invece, può essere imputata a quest’album che vede il ritorno in bello stile di una band veramente ‘true’. Al Gods Of Metal di quest’anno ci sarà l’occasione di vedere una band storica norvegese su un grande palco e in un contesto decisamente inusuale… vedremo se la macchina infernale dei Carpathian Forest supererà anche questa insidia. Godetevi intanto questa tenace difesa musicale del nero verbo. Bentornato Nattefrost!