• Band: CARTILAGE
• Durata: 00:33:00
• Disponibile dal: 13/05/2022
• Etichetta:
• Creator Destructor

Probabilmente la polizia del metal non avrà visto di buon occhio il monicker del gruppo californiano, avendo in mente l’omonima cult band finlandese autrice di un paio di interessanti demo e di un altrettanto valido split nei primissimi anni Novanta. Si tratta tuttavia di una band defunta da tempo, mentre i Cartilage statunitensi sono ormai in attività da quasi un decennio, con due EP, un debut album e ora questo nuovo full-length sulla rampa di lancio. Un disco che arriva a circa un anno e mezzo dall’uscita dell’apprezzato mini “Gore-met” e che va a consolidare ulteriormente il grande momento che stanno vivendo le sonorità death/gore-grind, ultimamente sulla bocca di tutti soprattutto grazie al sorprendente exploit dei Pharmacist. “The Deader The Better” non presenta enormi novità rispetto al repertorio precedente, ma di certo segna un notevole passo in avanti a livello compositivo, offrendo una decina di tracce ricche di riff e spunti diversi. Come sempre, la formazione originaria di San Francisco prende le mosse dalla scuola dei primi Carcass, per poi transitare dalle parti di famosi discepoli come Exhumed e Impaled; ciò che colpisce di questo secondo lavoro sulla lunga distanza è tuttavia la cura riposta nello sviluppo dei pezzi, nei quali i ragazzi riescono a concentrare quasi sempre un numero notevole di riff e cambi di tempo. Senza necessariamente ricorrere a tecnicismi particolari e di estrema difficoltà esecutiva, la band investe l’ascoltatore con una frenesia e una voracità che non lasciano indifferenti, riuscendo al contempo a risultare orecchiabile grazie a puntuali passaggi più groovy e a variazioni melodiche che intendono riflettere come in uno specchio quelle stesse felici intuizioni trovate su album come “Symphonies Of Sickness”, “Anatomy Is Destiny” o “Mondo Medicale”.
A conti fatti, con una produzione curata da un certo Matt Harvey e contributi di Ross Sewage e Leon del Muerte, “The Deader The Better” non poteva che configurarsi come il più classico lavoro ‘gore metal’, capace di evocare sanguinari fantasmi con il suo avvincente piglio sfacciatamente tradizionalista nei suoni e nell’interpretazione. Rispetto ad altre prove simili, tuttavia, il disco sa colpire e destare interesse anche e soprattutto grazie alla suddetta verve ostentata dal gruppo, la quale sa snodarsi in contorte spire serpentine, introducendo a tratti una dimensione leggermente diversa, un’inventiva che sa quasi di raffinatezza sui generis.
Ben dosato nei suoi vari elementi e curato in ogni dettaglio, “The Deader The Better” finisce insomma per catturare inesorabilmente l’ascoltatore in un loop di ascolti, configurandosi come il miglior lavoro ad oggi dei Cartilage. Speriamo ora che i californiani possano continuare con coerenza e personalità il proprio percorso di crescita visto che qui ci sono ottime basi.