
7.0
- Band: CATACOMBS
- Durata: 01:02:30
- Disponibile dal: //2006
- Etichetta:
- Moribund Records
- Distributore: Masterpiece
John Del Russi, che qui si fa chiamare Xathagorra Mlandroth, hascoperto l’acqua calda e per questo si può considerare un genio. Dietroquella che può sembrare una delirante affermazione si cela una evidenterealtà. Il buon Xathagorra, unica mente dietro il progetto Catacombs hafatto due più due ed ha messo insieme due fattori nati per essere untutt’uno: H.P. Lovecraft e il funeral doom. Quale musica può esprimeremeglio lo smarrimento che si prova davanti alle creature del genialeautore di Providence? Quale musica è più adatta a descrivere lagrandeur putrescente della città di R’lyeh? Quale musica riesce a farperdere la cognizione dello spazio e del tempo quasi come ci sitrovasse al cospetto delle montagne della follia? Solo per questo iCatacombs meriterebbero il massimo dei voti. L’aspetto lirico,coniugato alla perfezione con quello musicale, è ovviamente il punto diforza di questo “In The Dephts Of R’lyeh”. Xathagorra dunque, basandosisu un concept notissimo, fa muovere la sua creatura musicale su tempistriscianti e rarefatti, innestando note pesanti come macigni su unastruttura possente e monolitica. La proposta della band è tecnicamentemolto semplice, riordando in questo gli Evoken, ma comunque didifficile assimilazione. I tempi sono estremamente dilatati ed ognibuco viene riempito da una chitarra molto satura che, grazie anche allabuona produzione, diventa lo strumento di riferimento nella musicadella band, limitando il resto a meo accompagnamento. I canoniespressivi del doom estremo sono tutti rispettati appieno, ma mai comein questo caso le immagini che la musica evoca sono estremamente nitidee paurose. I Catacombs sono ovviamente consigliati agli amanti delfuneral doom, ma soprattutto agli amanti di Lovecraft che, all’ascoltodell’album, si ritroveranno proiettati all’interno del loro incubopeggiore.