CATCH 22 – Dinosaur Sounds

Pubblicato il 04/02/2004 da
voto
7.5
  • Band: CATCH 22
  • Durata: 00:33:13
  • Disponibile dal: //2003
  • Etichetta:
  • Victory Records
  • Distributore: Get Smart
Streaming non ancora disponibile

Sono piuttosto convinto del fatto che se ascoltasse questo Dinosaur Sounds – terzo lavoro full lenght del pittoresco sestetto che compone i Catch 22 – anche il più accanito metaller (ma forse anche un raffinato cultore del jazz da camera o uno snobbissimo amante di Beethoven) si ritroverebbe a pensare che forse, contro ogni pregiudizio (peraltro motivato dalla triste ed innegabile realtà dei fatti), non proprio tutte le band che suonano ska/punk producono paccottiglia monotematica, dilettantistica e pessimamente suonata. C’è poco da fare, i Catch 22 sono proprio bravi. Seppur la loro formazione sia turbolentamente e continuamente cambiata da quel lontano 1996 in cui il gruppo si formò, l’alchimia e l’affiatamento fra i vari membri sembrano perfetti: basti pensare che l’attuale cantante, Ryan Eldred, qui alla sua prima, e ottima, prestazione alla voce, era originariamente il sassofono solista, eppure il suo lavoro suona impeccabile, con quel cantato sofferto, “di petto”. Le tematiche affrontate, peraltro con discreta maturità d’intenti, nei brani sono sempre molto personali e legate a sentimenti quali l’amore, l’amicizia, le difficoltà del diventare “grandi” (i Catch non sono certo più dei ragazzini alla Sum 41 o alla Good Charlotte); non aspettatevi quindi canzoni di protesta all’acqua di rose o canzonette spensierate delle tipiche band ska/punk confezionate con lo stampino; i Catch affrontano questi argomenti apparentemente banali e abusati (ma, ehi, chi può dire di non sentire come personali ed universali tali tematiche?) buttando giù testi sempre venati di sincero e concreto realismo, autoironia agrodolce e mai né disperati né troppo leggeri. Ryan, il cantante, se la cava decisamente bene, pur non possedendo un’estensione vocale enorme: sfoggia infatti una coerenza ed un’armonia insospettabili in un semplice ex sassofonista; il suo cantato non sfigurerebbe a paragone della voce di un buon bluesman. Gli strumentisti sono anch’essi tutti di ottimo livello e le armonie musicali ben bilanciate ed amalgamate in un compatto insieme dove né la parte “cattiva” di chitarre e batteria né quella “di classe” dei fiati tende a sopraffare l’altra o a metterla su di un semplice secondo piano di accompagnamento. Il singolo “Wine Stained Lips” è un esempio perfetto del Catch-style: il testo triste ma ottimista si innesta bene su una melodia ricca di cambi di ritmo che la rendono immediatamente e gradevolmente piantata al centro della memoria dell’ascoltatore. Per tutto l’album sia avverte una corrente stilistica fortemente ispirata alle band più storiche della tradizione ska e punk, dai Mighty Mighty Bosstones ai Sublime, ma persino ai Bad Religion, in alcuni riff più esplicitamente punk; tuttavia tale ispirazione non diventa mai pedissequa imitazione da furbacchioni né copiatura spudorata da principianti; si tratta invece sempre ed esclusivamente di una sorta di “omaggio” che i nostri rivolgono ai padri spirituali di un genere di cui i Catch 22 rimangono tutt’oggi, forse, i più degni alfieri.

TRACKLIST

  1. Rocky
  2. Beguile the Time
  3. Wine Stained Lips
  4. Motown Cinderella
  5. Chin Up
  6. Dreams of Venus
  7. Dripping Faucet
  8. Good Times
  9. So Cold
  10. Regression
  11. Chasing The Moon
  12. Lamont's Lament
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