CATHEDRAL – Forest Of Equilibrium

Pubblicato il 21/07/2010 da
voto
9.0
  • Band: CATHEDRAL
  • Durata: 00:54:10
  • Disponibile dal: 06/12/1991
  • Etichetta:
  • Earache

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Lee Dorrian, all’epoca appena uscito dai Napalm Death, l’aveva detto: “me ne sono andato dalla band perché avrei voluto che i nuovi brani avessero degli intermezzi più slow e così non è stato”. Nessuno però all’epoca si sarebbe aspettato che la sua nuova creatura, i Cathedral, andasse così oltre nella ricerca della lentezza e della profondità. Dorrian, chiamati a sé i chitarristi Gary Jennings, da allora suo alter ego, e Adam Lehan, il bassista Mark Griffiths ed il batterista Mike Smail, dà alle stampe per i fidi compari della Earache il mastodontico “Forest Of Equilibrium”. E’ il 6 dicembre 1991 ed il mondo del doom da allora in avanti non sarà più lo stesso. Prima dei Cathedral solo in pochissimi si erano avventurati in territori tanto estremi e pericolosi e, con la sola eccezione del cult hero Paul Chain, nessuno aveva mai raggiunto una tale soglia di pesantezza. “Forest Of Equilibrium”, in un contesto doom dominato da Candlemass, Saint Vitus e Trouble, è stato una mezza rivoluzione. Innanzitutto i Cathedral rinunciano quasi completamente alla tensione epica da un lato e alle derive hard rock e NWOBHM che caratterizzavano il trittico di cui appena detto: il loro doom è al 100% sabbathiano e, qui sta la novità, maggiormente legato alla nascente scena estrema che non a quella heavy classica. Il riffing è mortifero, sempre e comunque debitore del lavoro di Tony Iommi ma allo stesso tempo così vicino alla scena death da sembrarne una macabra copia suonata a velocità più che dimezzata. La voce di Lee Dorrian è anch’essa più vicina al death che all’heavy metal, con il suo growling straziante e decisamente poco aggraziato, che fa a pugni con le finezze del grandissimo Messiah Marcolin, allora come oggi una delle voci di riferimento nel doom. All’interno di “Forest Of Equilibrium” non riesce a passare nemmeno un raggio di luce, tutto è avvolto nell’oscurità più soffocante, tutto è solo e fortissimamente doom. Solamente alcuni passaggi chitarristici si avvicinano vagamente alla nascente scena albionica del gothic death, donando alle composizioni una certa vena malinconica che spezza il moloch eretto dalla sezione ritmica. Quasi inutile parlare dei vari brani, alcuni dei quali passati alla storia: è soprattutto il trittico centrale composto da “Serpent Eve”, “Soul Sacrifice” e “A Funeral Request” che colpisce allo stomaco. “Soul Sacrifice” in particolare è una canzone breve e relativamente veloce per gli standard dei Cathedral, che getta le basi per quello che la band diventerà in futuro e che inizia a mostrare l’amore di Dorrian e Jennings per i seventies. “Equilibrium” si distingue dal resto in virtù di un finale fantastico, degno di una colonna sonora dei Goblin, mentre l’iniziale “Commiserating The Celebration” e la conclusiva “Reaching Happiness, Touching Pain” sono due manifesti del doom più catartico e catacombale. In particolare il brano finale è stravolto da una performance istrionica di Dorrian che, insieme alle tastiere di Reverend Wolski, dona al tutto un tocco da teatro degli orrori. Ancora oggi, a vent’anni di distanza dall’uscita originale, “Forest Of Equilibrium” riesce a conquistare grazie ad un songwriting sopraffino e alla capacità di non annoiare mai nonostante la materia trattata. Anche a fronte di questa straordinaria longevità, il debut dei Cathedral ha trovato una sua collocazione di prestigio all’interno della storia del metal ed ha influenzato decine e decine di giovani band che però praticamente mai hanno saputo raggiungere tali sublimi vette. Capolavoro!

TRACKLIST

  1. Picture Of Beauty & Innocence ( Intro )
  2. Commiserating The Celebration
  3. Ebony Tears
  4. Serpent Eve
  5. Soul Sacrifice
  6. A Funeral Request
  7. Equilibrium
  8. Reaching Happiness, Touching Pain
1 commento
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