8.0
- Band: CATTLE DECAPITATION
- Durata: 00:43:03
- Disponibile dal: 08/05/2012
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Sony
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Se oggi dovessimo indicare una band – una sola! – che meriti di guidare l’intero movimento estremo per gli anni a venire, non potremmo che nominare i Cattle Decapitation, che da diversi album a questa parte continuano a spostare più in alto l’asticella del songwriting, proponendoci un death-grind impattante, ferocissimo ed estremamente personale. Proprio questo è il pregio maggiore dei vegani di San Diego: nonostante poggino entrambi i piedi nell’alveo rassicurante del death metal più estremo, riescono sempre ad aggiungere qualcosa che personalizzi il proprio sound, riuscendo a sembrare innovativi e talebani allo stesso tempo. Nel nuovo “Monolith Of Inhumanity” sono contenute le solite invettive contro il genere umano che vengono declinate attraverso strutture estremamente dinamiche, fatte di diversi cambi di ritmo e di umore e nobilitate da alcuni passaggi solistici molto classici e da diversi inserti quasi catchy, tale è la loro affinità con il classic metal e con un certo death molto groovy. Ascoltate ad esempio il chorus di “A Living, Breathing Piece Of Defecating Meal”, cantato con voce (quasi) pulita da Travis Ryan e diteci se non richiama addirittura una versione slabbrata dei Grave Digger! Passate poi alla successiva “Gristle Licker”, il cui break centrale polverizza tre quarti della scena death-core mondiale ed il cui successivo solo – opera di un grandissimo Josh Elmore – profuma addirittura di Cacophony! Volete continuare? Arrivate a “Lifestalker”, dove verrete seppelliti da un death brutale e tecnico, almeno fino a che non giungerete al clamoroso break centrale ultra melodico e di matrice quasi epica! Spingetevi poi fino al finale di “The Monolith” e “Kingdom Of Tyrants”, con la prima che funge da lunga intro alla seconda, dove David Mc Graw – uno dei tre migliori drummer estremi in circolazione – ci guida lungo un brano che alterna passaggi acidi e vicini a certo black evoluto a rallentamenti profondissimi, strutture semplici e ficcanti ad elaborati spunti ritmici, sensazioni gore ed eleganti break sinfonici. Abbiamo citato solamente i brani migliori e quelli più particolari, ma non crediate che vi sia un solo filler in “Monolith Of Inhumanity”. Le rimanenti tracce sono un concentrato di rabbia death-grind da manuale, tutte differenti le une dalle altre, tutte vocate a fare malissimo, tutte arrangiate splendidamente, tutte estremamente originali e coinvolgenti. Non crediamo che oggi sia possibile fare meglio di così in questo ambito; probabilmente solo gli stessi Cattle Decapitation potranno migliorare quanto fatto fino ad oggi. Album stupendo di una band pienamente conscia dei propri mezzi, che, oggi come oggi, possiamo considerare come gruppo leader dell’intera scena!