5.5
- Band: CAULDRON
- Durata: 00:38:52
- Disponibile dal: 08/10/2012
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Audioglobe
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L’entusiasmo si è decisamente smorzato. Stavolta non cominciamo parlando della band o dell’album oggetto di questa recensione, ma piuttosto parlando di noi in prima persona. Nella primavera del 2011, circa un anno e mezzo fa, recensimmo infatti in toni più entusiastici di come faremo adesso il precedente “Burning Fortune”, secondo disco dei canadesi Cauldron. L’uscita ai tempi ci convinse, anche se magari non proprio esaltò, grazie alla sua peculiarità di riproporre il classico metal anni ’80 non solo nelle idee e nello stile, ma mantenendo inalterata rispetto all’epoca anche l’attitudine e la qualità generale della produzione. Un’immersione ‘globale’ nel passato, che avveniva con il riabbraccio in toto di tutto quanto era pertinenza della musica di un tempo e non solo delle parti che fanno più comodo, e allora questo ci colpì. Adesso, in tempi ancora sospettosamente vicini al predecessore, esce “Tomorrow’s Lost”, disco che non si muove di una virgola rispetto a quanto registrato un anno e mezzo fa, con il risultato che, svaniti il fattore sorpresa e l’ammirazione per la dedizione alla causa della band stessa, questo disco annoia molto più del precedente. Stessa musica, grezza e diretta sullo stile dei Saxon più crudi o dei primi Angelwitch, stessa produzione frusciante e gracchiante, che da ‘vintage’ stavolta diventa ‘vecchia’ e infine addirittura stessi titoli, visto che la sesta traccia dell’album si intitola “Burning Fortune” come il titolo dell’album precedente. In pratica, lo avrete capito, il difetto principale in questo “Tomorrow’s Lost” lo riscontriamo nel fatto che fallisce nel tentativo di darci una qualsiasi motivazione a comprarlo qualora si possedesse già il predecessore, e questo getta ovviamente sull’intero lavoro un senso di prodotto fondamentalmente superfluo. Non che la musica contenuta in questo album sia poi malaccio, intendiamoci! E solo che già normalmente la mossa di ricalcare un album che ai tempi risultò gradevole ma niente di più non è sempre gradita, se poi stile e presentazione della musica stessa sono peculiari come quelli proposti dai Cauldron, la cosa risulta ancora più azzardata. La voce di Jason Decay è stridula e monocorde, cosa che va bene per il genere proposto ma alla lunga stanca, le chitarre hanno sempre lo stesso suono, e anche i ritmi di batteria, forsennati e dinamici, risultano alla fine un po’ tutti uguali. Sinceramente ci spiace essere così duri con questo disco, e capiamo anche che i veri nostalgici, o i fan sfegatati di queste sonorità, lo apprezzeranno; però è innegabile che “Tomorrow’s Lost”, oltre a non essere un grandissimo album di suo, ha anche il demerito di mettere in mostra limiti che la band non mostrava nel disco precedente. In pratica, alla fine di questo ascolto, ci siamo accorti che anche “Burning Fortune” rappresentava ai tempi qualcosa di carino quasi esclusivamente perché ‘controcorrente’. Una volta sparita la novità, come dicevamo dall’inizio, l’entusiasmo scende… non resta che vedere come i tre canadesi proseguiranno il cammino.