7.5
- Band: CAUSTIC WOUND
- Durata: 00:28:24
- Disponibile dal: 25/04/2025
- Etichetta:
- Profound Lore
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Come suggerisce il suo titolo, c’è qualcosa di profondamente meccanico, quasi industriale, nell’incedere di “Grinding Mechanism of Torment”: non tanto nei suoni, che restano immersi fino al collo nella melma death-grind più bruciante, quanto nella sistematicità con cui i Caustic Wound triturano ogni residuo di respiro tra un brano e l’altro.
Il secondo capitolo della formazione statunitense non stravolge quanto già espresso nell’apprezzato “Death Posture”, confermandone l’attitudine claustrofobica, il rigore espressivo, la cupezza di fondo. Il tutto senza sacrificare la lucidità d’esecuzione e la tensione compositiva, che anzi risultano in parte rafforzate.
Il gruppo torna a imporsi con una formula che rimane fortemente orientata alla sintesi brutale del grindcore più granitico, ma che al contempo non rinuncia a uno spessore sonoro tipicamente death metal. I riff, pur talvolta fulminei, sono quasi sempre riconoscibili, dotati di un peso specifico che li ancora al terreno come blocchi di calcestruzzo. Il lavoro delle chitarre si conferma essenziale ma mai troppo scontato, costruito su trame robuste, spesso attraversate da deviazioni più lente e cadenzate, dove la materia si fa greve e l’atmosfera ancora più plumbea.
È proprio in questi frangenti che il disco trova alcuni dei suoi passaggi più efficaci: quando il ritmo si smorza e la band si concede il lusso di affondare il colpo con maggiore ponderazione. In questi momenti si coglie la parentela, magari involontaria, con i Mortiferum o con i Fetid, sebbene qui tutto venga ricondotto a una forma più asciutta e diretta. A tratti, si potrebbe persino parlare di una versione ipercompressa e sintetica di quel sound, tanto la massa di certi riff riesce comunque a imporsi su strutture altrimenti rapide e minimali.
L’anima grindcore, comunque, non viene mai meno: le sfuriate in d-beat, i richiami agli imprescindibili Terrorizer e agli Excruciating Terror, così come l’uso di una voce a tratti spinta in territori maggiormente urlati e sfigurati, riaffermano l’appartenenza del gruppo a una tradizione che qui viene però riletta con un piglio disinvolto.
A ben vedere, è proprio questo equilibrio a rendere “Grinding Mechanism of Torment” un ascolto convincente: pur non reinventando nulla, i Caustic Wound riescono a cesellare una forma espressiva che si regge su tensioni ben calibrate, capaci di valorizzare tanto l’impatto immediato quanto le soluzioni più dilatate e marcescenti.
Se negli ultimi anni formazioni come Gravesend o i finlandesi Death Toll 80K hanno saputo rinfrescare il lessico grind con approcci peculiari, i Caustic Wound dimostrano qui, pur risultando complessivamente un po’ meno brillanti dei loro colleghi, di potersi inserire in questo stesso discorso senza forzature, confermando anzi una solidità che li rende pienamente credibili nel loro percorso.
“Grinding Mechanism of Torment” non è un capitolo che ambisce alla sorpresa, ma è esattamente ciò che deve essere: una colata di metallo dirompente, costruita con rigore e consapevolezza. Ora, non resta che attendere il loro imminente passaggio al Kill-Town Death Fest di Copenhagen, più che certi che anche dal vivo i ragazzi statunitensi sapranno fare la loro parte nel perpetuare il culto.
