CAVALERA CONSPIRACY – Psychosis

Pubblicato il 19/11/2017 da
voto
6.5
  • Band: CAVALERA CONSPIRACY
  • Durata: 00:41:07
  • Disponibile dal: 17/11/2017
  • Etichetta:
  • Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

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In attesa del loro ritorno in Italia – imminente – per celebrare per la seconda volta fasti passati e ormai sfioranti lidi ultra-nostalgici, i fratelli Cavalera proseguono l’epopea della loro Cospirazione, rilasciando per Napalm Records il quarto disco sulla lunga distanza dei Cavalera Conspiracy. Il titolo è “Psychosis”, la copertina pare decisamente ispirata al monumentale “Roots” dei Sepultura, con solo l’indio brasileiro trasposto in una versione folle e rabbiosa rispetto al serio e fiero ragazzino della cover del capolavoro dei Seps, e la musica non si scosta di molto, come prevedibile, dal materiale precedente della band e da quello dei Soulfly, a dire il vero ormai due creature che, seguendo l’inarrestabile verve (prego?) creativa di Max, stanno confondendosi e amalgamandosi sempre più, miscelando musicisti, turnisti, tematiche, sperimentazioni più o meno riuscite e riff ormai del tutto abusati e spremuti di ogni succo e linfa vitale. Chiaro, il thrash-death carico di groove e spennellato qua e là da sparate grind, hardcore e da campionamenti industrial-noise non può e non riesce più a rinnovarsi e trovare nuove vie d’espressione; fin qui non ci sarebbero problemi di sorta, difficile trovare un album di Max completamente da buttare alle ortiche o svuotato di qualsiasi senso; il vero busillis nasce dalla quantità e dalla costanza con le quali il nostro glorioso frontman di radici italiche continua a buttare fuori dischi, musica, riff e idee che non sono altro che meri riciclaggi di proprie trovate e convinzioni. Tutto ciò ha superato ed è andato oltre il limite della decenza, eppure non si riesce a stroncare con ribrezzo neanche “Psychosis”: alcuni brani sono energici e prepotenti il giusto, l’opener “Insane” su tutti; altri si barcamenano benino tra groove masselli, vocals anthemiche e le sfuriate assassine di Iggor dietro le pelli; altri ancora hanno in Marc Rizzo il solito salvacondotto; ma poi, ancora una volta, dietro attimi di esaltazione, quando il fuoco dell’obiettivo si sposta più nel profondo, le uniche cose che si scorgono sono la noia e l’inutilità, la frivolezza di un ennesimo lavoro che, al contrario degli storici platter per cui i Cavalera vengono giustamente ancora idolatrati (“Schizophrenia”, “Beneath The Remains”, “Arise”, “Chaos A.D.”), si dimenticherà nel giro di tre ascolti. “Crom”, “Impalement Execution”, la fucilata “Judas Pariah” e soprattutto la piacevolissima strumentale “Psychosis” si ergono a tracce migliori del lotto, ma che dire di tutti quegli intermezzi/campionature rumoristici che paiono messi lì a riempire di nulla vuoti di vuoto? Come pronunciarsi sullo stacco groovy raffazzonatissimo e improvviso che spezza in due “Terror Tactics” e la trasforma in un aborto di canzone? Come al solito, da qualche anno a questa parte, consigliamo a Max di fermare il suo strabordio compositivo, limitarsi a portare in giro il suo passato, con appresso figli, nipoti e amici, e a vivere di rendita, fino a quando non avrà delle serie illuminazioni in sede d’ispirazione. Siamo sicuri che a pile completamente ricaricate, uno dei più grandi riffmaker della storia metallica sappia ancora fare davvero male. Per ora siamo alla minestra riscaldata. Un’altra.

TRACKLIST

  1. Insane
  2. Terror Tactics
  3. Impalement Execution
  4. Spectral War
  5. Crom
  6. Hellfire
  7. Judas Pariah
  8. Psychosis
  9. Excruciating
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