6.5
- Band: CAVALERA CONSPIRACY
- Durata: 00:44:00
- Disponibile dal: 21/06/2024
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Dopo “Bestial Devastation” e “Morbid Visions”, era abbastanza facile prevedere che i fratelli Cavalera volessero insistere con le riedizioni risuonate del catalogo Sepultura. A quasi un anno di distanza, ecco arrivare puntuale la ri-registrazione di “Schizophrenia”, con tanto di copertina aggiornata di Eliran Kantor (davvero splendida).
Possiamo tranquillamente ragionare esattamente come abbiamo fatto in precedenza anche per “Schizophrenia”, dividendo il discorso in due parti. Musicalmente parlando, le ri-registrazioni permettono di apprezzare la qualità di quello che i brasiliani all’epoca stavano mettendo in campo: nonostante i limiti geografici e tecnici, già allora non erano affatto la solita thrash metal band estrema.
Quello che è successo dopo, insomma, è stato tutto completamente meritato. Brani come “Escape To The Void” o “From The Past Comes The Storms” parlano chiarissimo in questo senso: sono piccoli manifesti di thrash/death che sono stati ripresi, ripetuti, clonati e risuonati mille e mille volte. I Cavalera, in questo, possono benissimo permettersi di ri-registrare la loro creatura ed andarne fieri, magari acquistando qualche fan più giovane che altrimenti avrebbe forse faticato a riconoscere il valore delle composizioni, bloccato da un tipo di suono non adeguato agli standard moderni.
Certo, potremmo discutere anche di questo ultimo spunto, visto che l’amore per il passato è un concetto diverso da quello di retrò che invece riprende ciò che è stato aggiornandolo e inevitabilmente finisce per deformarlo, eliminandone i significati originari: il passato è passato e nel momento in cui si (ri)mette in atto, non sarà mai l’originale. Ragionamenti più o meno filosofici a parte, ascoltare “Schizophrenia” così bene è decisamente piacevole visto che nemmeno stavolta – come nei precedenti – non si è calcata la mano con la modernità del suono.
Se invece vogliamo parlare dell’eticità o della correttezza spirituale dietro ad operazioni del genere, il discorso cambia. Ne abbiamo davvero bisogno? Personalmente, chi scrive, no, perché, data l’età anagrafica, la vecchia produzione di “Schizophrenia” è stata sufficiente per farci innamorare del lotto di canzoni, ascoltarle fino alla nausea e impararle a memoria. Da un punto di vista ancora più etico, chi sono i veri Sepultura? Quelli di Andreas Kisser o quelli dei due fratelli Igor e Max? Nodo troppo difficile da sciogliere.
Su un unico punto ci sentiamo di porre una critica: rifare un’operazione di questo tipo anche su supporto fisico per poi finirlo a vendere a prezzi abbastanza esorbitanti (sia CD che vinile, fatevi pure un giro sui vari store dei prezzi di “Morbid Visions” e compagnia) ci vede proprio dubbiosi. Ne avevamo veramente bisogno? O forse sarebbe bastato il digitale, che, tra l’altro, a quel settore di giovani probabilmente interessa di più? Non è che allora andiamo ad interessare più che altro la famosa fetta di collezionisti, nostalgici e completisti, più che a voler rivolgerci a un nuovo tipo di pubblico? Chissà…