CELESTE – Morte(s) Nee(s)

Pubblicato il 29/07/2010 da
voto
7.5
  • Band: CELESTE
  • Durata: 00:41:53
  • Disponibile dal: /07/2010
  • Etichetta:
  • Denovali Records
Streaming non ancora disponibile
Celeste vuol dire black metal-core. Questo, dopo un EP e tre full-length, ormai è chiaro e assodato ed è forse inutile mettersi qui a elencare le solite influenze e le solite somiglianze. Quello che invece necessita di essere ribadito è il rumore che fa il talento quando è tangibile: un rumore piacevole, proprio come quello che giunge dalle composizioni di "Morte(s) Nee(s)", la nuova opera del quartetto francese, ancora una volta fresco punto di incontro tra il black metal più groovy e uno sludge/post hardcore dai toni cupi e brutali. Già il precedente "Misanthrope(s)" aveva destato l’interesse di molti, ma questo nuovo "Morte(s) Nee(s)" ha le potenzialità per portare il nome dei Celeste ancora più in alto, essendo meglio curato sotto molti punti di vista (vedi la produzione) e, se possibile, ancora più immediato e malvagio rispetto al suo predecessore. La durata media dei brani si è infatti ulteriormente abbassata, mentre il riffing ha raggiunto livelli di autorevolezza e "presa" che non sempre erano stati lambiti lo scorso anno. Il risultato finale è un lotto di canzoni difficili da catalogare e a volte anche da giudicare, data la notevole omogeneità che caratterizza la tracklist e che, alla fine dei conti, continua a rappresentare il principale punto debole della proposta dei nostri. Difficile insomma che si riesca subito a distinguere un brano dall’altro: meglio ascoltare il disco tutto d’un fiato e per circa quaranta minuti immergersi completamente in tutta questa negatività. Fotografia imperfetta di un talento non ancora del tutto maturo, ma molto interessante.

TRACKLIST

  1. Ces belles de rêve aux verres embués
  2. Les mains brisées comme leurs souvenirs
  3. Il y a biens des porcs que ça ferait bander de t'étouffer
  4. En troupeau des louves en trompe l'oeil des agneaux
  5. (S)
  6. Un miroir pur qui te rend misérable
  7. De sorte que plus jamais un instant ne soit magique
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