CELTIC FROST – Morbid Tales

Pubblicato il 11/01/2023 da
voto
10.0
  • Band: CELTIC FROST
  • Durata: 00:32:58
  • Disponibile dal: 7/11/1984
  • Etichetta:
  • Noise Records

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Innumerevoli sono gli esempi di veri e propri capolavori nati nel segno del caso, dell’improvvisazione, creati e composti seguendo il vorticoso volgere degli eventi ed interpretandone arbitrariamente il corso seguendo l’istinto. Non è il caso questo però di “Morbid Tales”, e dell’intero primo periodo di quella che sarà una carriera leggendaria segnata dal nome Celtic Frost.
Siamo nell’estate del 1984 e, dopo la fallimentare prova in studio dei seminali Hellhammer, Tom G. Warrior e Martin E. Ain decidono di concludere l’esperienza con quel nome per dedicarsi ad un nuovo progetto assolutamente più focalizzato e professionale, in linea con le sconfinate ambizioni che i due hanno accuratamente elaborato per la loro nuova creatura e per il suo disco di debutto, “Morbid Tales”. Ancora scottata dalla tiepida risposta ricevuta da “Apocalyptic Raids” della band precedente, Noise Records accetta titubante di pubblicare anche il primo materiale dei Celtic Frost secondo un formato ridotto, un mini-album che abbia il compito di sondare il terreno per eventuali e future produzioni più importanti. Inutile dire che la band non sia d’accordo, e decida di registrare un full-length album a tutti gli effetti, che verrà pubblicato nella sua interezza nella versione americana curata da Metal Blade Records e considerata dalla stessa band come prima versione ufficiale da tenere di conto. Tutto considerato, i primi passi verso la nuova creatura risultano quindi piuttosto infidi, e fungono da benzina incendiaria per la penna aggressiva ed intelligente di Warrior, che include nel lotto le ultime idee degli Hellhammer e mette in musica nel giro di poche settimane il suo visionario universo distopico con della nuova musica grandiosa e raccapricciante. Meno esuberante, ma altrettanto fondamentale è poi l’apporto filosofico e lirico di Martin E. Ain, la testa concettuale della misteriosa attitudine della band e motore pulsante tremendo con le sue infernali partiture di basso.
Sono le voci dei due protagonisti infatti a calarci nelle tenebre, secondo delle immonda urla sovrumane che scatenano la tempesta metal di “Into The Crypts Of Rays” ed il suo abominevole tiro ritmico. E’ chiaro da subito che l’indole più ponderata della nuova incarnazione non si traduca affatto in uno smussamento negli intenti belligeranti dei giovani musicisti, quanto in una versione ancor più micidiale di quegli elementi che ne avevano infiammato gli esordi, aggiungendo strutture ed arrangiamenti più complessi ed ampliando il raggio di azione verso lidi inesplorati. “Visions Of Mortality” non contiene la sua tracotanza, in un tripudio estatico che unisce le peggiori derive del thrash, dell’heavy, del punk e del black metal a proprio gusto, secondo una formula eccentrica ed inaudita all’epoca. Anche i suoni sono triviali, potenti e scarificanti, e sembrano godere nel disseminare terrore sugli indugi in mid-tempo di “Dethroned Emperor” e “Procreation (Of The Wicked)”, o sulle ripartenze a rotta di colla della title-track. L’intenzione però di non rimanere intrappolati in una singola via espressiva, leit motiv costante nella storia dei Celtic Frost, mostra già i suoi primi rigurgiti in alcuni dei passaggi più elaborati di “Return To The Eve”, nell’etereo intervento di voce femminile al suo interno, fino agli squarci noise/ambient di “Danse Macabre”, inquietante composizione diabolica che troverà piena realizzazione in futuro negli afflati sinfonici di “To Mega Therion” ed “Into The Pandemonium”.
Affilato e stridente, il songwriting di Warrior si corona di testi dalle tematiche profonde, forse affrontate ancora con acerbo entusiasmo goliardico, ma del tutto interessate a tessere fitti legami tra il passato, spesso evocato dalle parole dei testi, ed il presente, in un intreccio continuo che spezza i confini tra le dimensioni del tempo e dello spazio. Che si voglia considerare la totale bontà del materiale contenuto, il carattere assolutamente innovativo (pur in un’epoca piena di scoperte in campo estremo), o l’infinita prolificità che ha scatenato in termini di ispirazione per migliaia di musicisti a venire, “Morbid Tales” rimane un caposaldo assoluto della musica del Male, un gioiello di selvaggia purezza che continua a risplendere mai così lucente dopo quasi quaranta anni dal suo concepimento.

TRACKLIST

  1. Into The Crypts Of Rays
  2. Visions Of Mortality
  3. Dethroned Emperor
  4. Morbid Tales
  5. Procreation (Of The Wicked)
  6. Return To The Eve
  7. Danse Macabre
  8. Nocturnal Fear
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