7.0
- Band: CEMETERY FOG
- Durata: 00:23:56
- Disponibile dal: 31/03/2014
- Etichetta:
- Iron Bonehead Prod.
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La Iron Bonehead meriterebbe una medaglia al valore per la sua opera di setaccio dell’underground. La label tedesca ha una tale ossessione per il sottobosco metal estremo globale e le sue ramificazioni più negative e scorbutiche che non si limita a dare alle stampe full-length, ep, split, singoli, ma va a riprendere addirittura demo dalla diffusione minima, e li ripropone tali e quali dal lato sonoro, contornandoli da confezioni artigianali dal significativo ‘value for money’. Scocca l’ora dei Cemetery Fog, combo finlandese giunto al terzo demo, edito dalla Iron Bonehead su cassetta e in download digitale, che si inserisce nell’affollato filone del death old-school sottoposto a consistenti fibrillazioni extreme thrash di metà anni ’80 e avvolto da un afflato doom da Protozoico del metal. Spezia necessaria a far meglio assaporare la pietanza è una produzione necrofila e granulare, che piazza in primissimo piano chitarre grezze e affamate di carne putrefatta come zombie appena usciti dalle proprie bare. Le linee vocali, come in una moltitudine di casi analoghi nell’extreme metal odierno, non patteggiano per un approccio ben definito, si lasciano andare a una istintività bestiale, traducendo rabbia e orrore in un impasto velenoso in cui un growl molto rustico incamera alcune scriminature dello screaming black e del thrash più becero. Le singole tracce presentano una leggera e straniante ascesa da schemi ben noti e riconosciuti a una propensione agli accostamenti di ossimori sonici, con modalità tra l’ingenuo, il vago e il pittorescamente azzeccato. Alle cavalcate in quattro quarti con chitarre accordate ai livelli di una motosega si contrappongono rallentamenti doom che fanno il verso tanto agli Obituary più ferali che agli Asphyx, e arriviamo anche a percepire qualche occhiata dalle parti dei Mortuary Drape, per gli odori di occulto che si infilano tra i riff thrash. Nella seconda traccia, “Shadows From The Cemetery”, il bersaglio a cui si mira è ancora più chiaro, e sono i Signori delle mescolanze oscure e delle sperimentazioni eretiche Celtic Frost ad essere chiamati in causa; le tastiere spettrali ricordano gli anni d’oro della band di Tom G. Warrior, con particolare attenzione per “To Mega Therion”. “Old Gates” prosegue su questi registri, infarcendo la proposta di brevi arpeggi molto puliti e lasciando un sospetto di Saint Vitus a inebriare ulteriormente i sensi. I Cemetery Fog lasciano l’impressione di un combo già sufficientemente maturo per comporre un full-length coi fiocchi, vedremo se confermeranno quanto di buono fatto finora o si perderanno per strada.