voto
8.0
8.0
- Band: CEPHALIC CARNAGE
- Durata: 00:44:06
- Disponibile dal: 05/06/2007
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Self
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In un mercato oramai saturo di produzioni death metal superpompate, superveloci e supercattive, quando arrivano i nuovi dischi di band come i Cephalic Carnage tocca dire alt. Procurarsi quindi l’album, “Xenosapien” in questo caso, fermarsi, ascoltare per bene e capire che un album del genere non può finire sugli scaffali insieme a tanta altra robaccia del genere. Gli americani di Denver, sono qui giunti al quinto album dopo l’ottimo “Anomalies” targato 2005, dopo undici anni di una proposta musicale alquanto unica che fonde il death metal brutale ipertecnico col grind contaminando il tutto con stacchi progressive e inserti fusion-jazz, genere autodenominato “Rocky Mountain HydroGrind”. Il quintetto sa benissimo come miscelare tali influenze nelle loro canzoni che rimangono sempre delle mazzate durissime. Le canzoni? Ottime. E varie. E’ così che negli undici pezzi, più dodicesima traccia nascosta, si possono trovare canzoni come l’opener “Endless Cycle Of Violence”, quattro minuti di velocità, riff serrati, voce cavernosa, break rallentati e ragionati, e ripartenze al fulmicotone con riff dissonanti veramente da urlo, ma anche “Divination & Volition” che propone un inizio con un’alternanza di riff velocissimi, puro sfoggio di tecnica, salvo poi cedere il passo a riff più lenti per poi tornare su parti progressive e brutali. Un miscuglio allucinante insomma, tutto in maniera brutale chiaramente. Ci sono song anche abbastanza “lineari” se così si può dire. E’ il caso di “Touched By An Angel”, traccia tritaossa cosi come “Let Them Hate so Long as They Fear”, poco più di un minuto di deathgrind folle. “Xenosapien” non annoia mai. E’ cosi che quindi nella tracklist può capitare tra una sfuriata e uno stacco brutale di beccare una canzone come “G.lobal O.verhaul D.evice”, traccia doomish, un break che fa riprendere fiato prima di immergersi nella parte finale dell’album, di nuovo efferata. Quello che colpisce è la capacità di essere estremi dosando sapientemente influenze diverse senza mai scadere nel virtuosismo o nella noia. Qui ci sono menti malate, musicalmente geniali e braccia e dita cosi veloci da assecondare tutte le folli idee, sparate a tutta velocità, del combo americano. Soldi ben spesi.