6.5
- Band: CEPHEIDE
- Durata: 00:42:50
- Disponibile dal: 03/12/2021
- Etichetta:
- Les Acteurs De L'Ombre Productions
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Una one-man band proveniente dai dintorni di Parigi e la proposta di un black metal atmosferico sono due elementi sufficienti per smuovere curiosità, dato che i nostri cugini d’Oltralpe sembrano sbagliare raramente in tale ambito musicale.
L’avvio di questo secondo album dei Cepheide è forsennato e cupo, non privo di un fascino straziante, acuito da non pochi elementi depressive, che compaiono frequentemente anche nel resto del disco, specialmente nell’approccio vocale disperato. In alcuni momenti, anzi, le linee vocali sembrano provenire da un altro mondo, collocate volutamente in secondo piano e molto ariose; è questo purtroppo uno degli elementi insieme più particolari e insieme negativi del disco, dato che questa componente onirica, a tratti straniante, con il procedere del disco lascia la sensazione di un vero e proprio scollamento – voluto o frutto di un mixing non riuscito, questo non ci è dato di saperlo – tra la voce e la tempesta di riff messa in campo dalle chitarre. E in diversi momenti anche la batteria, apparentemente elettronica a giudicare da alcune ritmiche ‘impossibili’, prende una direzione a sé stante e un po’ disarmonica, acuendo un vago senso di incompiuto. Peccato perché ci sono diversi aspetti positivi; una certa maestosità costante, l’epica oscura delle cavalcate delle chitarre, le dissonanze post metal/blackgaze (“L’Oubli”) e parecchi elementi ipnotici che, restando in Francia, ci fanno pensare ai momenti più estremi degli Alcest (“Les Larmes”).
Tra i brani colpiscono la curiosa “L’Ivresse”, più lenta e insieme psicotica, con una batteria essenziale e scarna e le chitarre (ancor più) disarmoniche, così come “La Nausée”: non sappiamo se sia un omaggio a Sartre, ma sicuramente chiude ad alti livelli espressivi un viaggio oscuro e doloroso, pur con diversi elementi da limare.