5.0
- Band: CEREBRAL EXTINCTION
- Durata: 00:46:25
- Disponibile dal: 15/07/2022
- Etichetta:
- Amputated Vein
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Dopo essersi assestati ed aver superato un drastico cambiamento di batterista e bassista, i due membri originari dei Cerebral Exctinction serrano i ranghi e danno alla luce con questa nuova formazione “Escape From Illusion”, dopo qualche anno dalla pubblicazione dell’ultimo album. Edito sempre da Amputated Vein, il nuovo lavoro cerca di affrontare la materia brutale, su cui si basa naturalmente il grosso del disco, in maniera multiforme e sperimentale, togliendo qualsivoglia freno o censura stilistica ed abbracciando liberamente approcci talvolta persino opposti a quelli tribolanti propri del death metal. “Asymmetrical Trap Body” ad esempio parte come un pezzo degli Origin, tanta è la velocità e la foga con cui si aggredisce l’ascoltatore, finendo gradualmente però per stabilizzarsi su di un riffing melodic death nemmeno troppo imprevedibile. “Transmutation” si rivelerà come un episodio piuttosto confusionario all’interno della scaletta, impacciato in un breakdown a dir poco macchinoso, mentre le dissonanze di “Hemorrhage Of A God” non fanno che aumentare il senso di spaesamento provocato da questi brani. La prima parte di “The Intruders” spezza ancora i canoni del metal estremo introducendo passaggi di pianoforte e voci declamate in pulito che aggiungono poco in realtà al valore del brano, mentre la seconda parte mostra il lato più arcigno del gruppo, che inizia a mostrare qualche timido passaggio più tagliente. A ben vedere, sono proprio le ultime tre canzoni del lotto a tirare fuori il meglio dei Cerebral Extinction, nei momenti cioè in cui si riesce ad unire in un unico intento comune le varie peripezie degli strumenti e della voce: in troppe occasioni però, si perde questa coordinazione, finendo per risultare poco compatti e sconclusionati (“The Ruins of R’lyeh”). Non è un caso forse se proprio “The 4 Eyes Of Chaos”, il momento più dritto e meno contaminato di tutti, si configura come la migliore interpretazione data da questi ragazzi alla loro musica, dimostrando come forse a volte mantenere alta la concentrazione su elementi essenziali possa rivelarsi una mossa vincente. Non è certo la voglia ed il tentativo di guardare oltre gli stretti confini di genere ad essere biasimata, quanto una realizzazione di questo ancora poco definita e di difficile assimilazione, realizzata da musicisti capaci che devono forse ancora trovare una via comune per esprimere al meglio la loro eccentricità in fase compositiva.