7.0
- Band: CHAINBREAKER
- Durata: 00:34:11
- Disponibile dal: 15/02/2019
- Etichetta: Hells Headbangers
- Distributore:
Stanchi degli arzigogoli strumentali al limite dell’ultratecnico? Detrattori seriali di tastiere et simili? Adulatori delle care e vecchie ugole cartavetrose contornate da riffoni grezzi e crudi? Bene, allora preparatevi: dal Canada è in arrivo un carico da novanta in formato speed/thrash, sferzato a destra e a manca dall’aria ottantiana made in NWOBHM. Loro sono i Chainbreaker e con il qui presente “Lethal Desire” fanno l’esordio ufficiale sulla lunga distanza, sotto l’egida attenzione della sempre propositiva Hells Headbangers. Una dozzina di micce esplosive che metteranno a dura prova la vostra colonna vertebrale: genuini, spediti, rozzi, i quattro dell’Ontario spingono letteralmente sull’acceleratore, seguendo le rasoiate impresse a suo tempo sull’asfalto da band che, più o meno blasonate, hanno fatto la storia del genere in terra canadese. Dai Razor ai Sacrifice, dai Piledriver sino ai marci-minimali Slaughter (‘strappaaaado’, ndr), la band guidata da Al Chambers, ex batterista di Toxic Holocaust e Cauldron, ci scaraventa addosso una mezz’oretta rude e senza fronzoli, ricordando a pieno ritmo proprio quelle forme primordiali, caotiche e brutali che Cronos e compagni iniziarono a diffondere nel nord della penisola britannica sul finire degli anni settanta. Voce semi-schizzata (Rob Ouelette), riff diretti in pieno volto (Ian Chains) sezione ritmica roboante con lo stesso Chamber intento a lanciare il proprio drum kit sui binari di una vera locomotiva, in pieno stile motorheadiano.
Ed è proprio questa spassionata voglia di ‘far casino’ a risuonare imperante dalla prima all’ultima traccia. Da “Atomica” alla stessa “Chainbreaker” in cui l’approccio sonoro impartito da Lemmy e soci si fa largo a gomiti alti, dalla titletrack a “Hellbound” dove è lo speed-thrash a fare la voce grossa, da “Get Yer Feed” a “Methalina” caratterizzate da ritmi meno adrenalinici e quindi inclini ad un heavy che, seppur bollato dal marchio della British Invasion, si avvicina maggiormente ai lidi tracciati da band quali Tank e simili. Razor, Venom, Motorhead: nomi del passato che confermano come i Chainbreaker non siano qui a presentare nulla di nuovo; rimane tuttavia quell’aurea fresca e grintosa di chi, nonostante tutto, vuole trasmettere qualcosa: energia, divertimento, passione. E in questo, i quattro canadesi hanno sicuramente centrato l’obbiettivo. Dedicato, per ovvie ragioni, ai non più giovani ma anche a chi è alla ricerca di una sana e sudorifera scapocciata.