7.0
- Band: CHALICE OF SIN
- Durata: 00:48:38
- Disponibile dal: 18/06/2021
- Etichetta:
- Frontiers
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I Chalice Of Sin sono una nuova band concepita su misura per Wade Black, cantante di grandissima tecnica ed esperienza, che ha registrato nel corso della sua onorata carriera dozzine di album con diverse band, tra cui spiccano ad esempio quelli con Seven Witches, Leatherwolf e soprattutto Crimson Glory, con i quali ha registrato lo splendido “Astronomica”. La line-up che lo affianca è alquanto particolare perchè, oltre al produttore, compositore e polistrumentista Alessandro Del Vecchio, è formata dal chitarrista danese Martin Jepsen Andersen (Meridian) e addirittura dal batterista dei nuovi The Flower Kings di Roine Stolt, Mirkko DeMaio. Ciononostante, al di là del diverso background dei musicisti, la formazione riesce a trovare un buon amalgama, proponendo un heavy classico sulla scia di band come Crimson Glory e Metal Church, con sfumature che rimandano alla NWOBHM, anche per la forte impronta ottantiana che i Chalice Of Sin imprimono alla loro musica. Da parte sua, Black è senz’altro assoluto protagonista del disco, con la sua voce alta ma al contempo espressiva e pronta a svettare in estensione sui continui riff che Andersen inserisce a raffica nei brani e i tappeti di tastiere di Del Vecchio, con i due musicisti che, comunque, spesso e volentieri, si lanciano anche in duetti rappresentati da dirompenti e agguerriti assoli.
La tracklist presenta dunque brani molto diretti e di sicuro impatto come la titletrack, “Miracle” e “Sacred Shrine”, mentre nella seconda metà del disco, la band si cimenta anche su soluzioni un po’ più varie: troviamo così una canzone che ci ha fatto pensare al power italiano anni ’90 come “Ashes Of The Black Rose”, un midtempo come “Through The Eyes Of A Child” (che presenta persino qualche spunto sinfonico), un paio di tracce dalle sfumature neoclassiche (“I Stand” e “The Fight”) e un irruento brano power/speed come “The Show”.
Un album dunque destinato essenzialmente ai classici defender, con una serie di brani efficaci, tra veloci cavalcate e tracce più cadenzate, caratterizzato da sonorità dal sapore volutamente retrò, con una produzione e un gusto però attuali, che rendono quest’esordio dei Chalice Of Sin magari non particolarmente innovativo o originale, ma comunque senz’altro valido e interessante.