6.5
- Band: CHAOS THEORY
- Durata: 00:30:31
- Disponibile dal: 26/06/2012
- Etichetta:
- Massacre Records
- Distributore: Audioglobe
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I nostrani Chaos Theory si inseriscono appieno in quel filone revival thrash esploso qualche anno orsono grazie al successo di Evile e Warbringer; figli diretti di Forbidden, Testament, Nuclear Assault e – in misura minore – Exodus e Sacred Reich, i trentini escono con questo esordio patrocinato da una label storica quale la tedesca Massacre, che ultimamente sta dando largo spazio alle band del bel paese (ad esempio Furor Gallico e 5 Star Grave). Tornando al combo, il giovane quartetto di Rovereto gioca con una certa abilità con gli stilemi classici del genere, andando ad esplorare sopratutto il versante più incompromissorio e velenoso del thrash. La voce stridula ma estremamente efficace di Claudio Peterlini funge da perfetto vettore per la proposta musicale dei Nostri, fatta naturalmente di riff taglienti, assoli al fulmicotone e ritmiche quasi sempre votate verso l’up tempo. Gli unici rallentamenti significativi si avvertono all’altezza della conclusiva “Spyral” – peraltro brano assolutamente anonimo e privo di mordente. Il resto delle composizioni si muove all’interno del thrash più incontaminato, con qualche brevissima puntatina nel death, come denotano alcuni riff di “Chockers”. Nulla di particolarmente innovativo, quindi, sebbene il tutto sia composto e suonato in maniera discreta, anche considerando che i membri della band non arrivano ai vent’anni di età. Certo “Bio-Death” piacerà molto ai thrasher legati alle sonorità ottantiane, ma ci pare di poter dire che – osservando l’album senzaa preconcetti – alla band manchi ancora qualcosa a livello compositivo che renda il loro sound davvero di primissimo livello. Si vede comunque che i ragazzi suonano guidati da una passione e da un entusiasmo assolutamente genuini, ma questo non riesce a rendere migliore il loro esordio. Accontentiamoci quindi di ascoltare un godibile platter di thrash oltranzista e classico allo stesso tempo, augurandoci che i trentini riescano a trovare qualche spunto leggermente meno derivativo già dal lavoro successivo.