6.5
- Band: CHAOSWAVE
- Durata: 00:56:47
- Disponibile dal: 25/11/2008
- Etichetta:
- Nightmare Records
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I Chaoswave sono una band metal prog sarda, che si era fatta apprezzare qualche anno addietro con il proprio debutto dal titolo “The White Noise Within” Questo secondo album, “Dead Eye Dreaming”, è caratterizzato in verità da luci e ombre, tali da suscitare la forte sensazione che, almeno per il momento, non abbiano fatto il salto qualitativo che sarebbe stato lecito aspettarsi. Per carità, la band sotto l’aspetto tecnico è assolutamente ineccepibile, ma da tale perizia purtroppo non deriva sempre un livello consono in termini di coinvolgimento e di capacità di emozionare. I brani, pur non essendo particolarmente lunghi (non si va oltre i quasi sette minuti di “A March For The Dying”), presentano una struttura alquanto complessa, con diversi cambi di tempo e di temi: va anche detto, tuttavia, che l’originalità non appare l’aspetto dominante nella musica dei Chaoswave e troppo spesso si ha la sensazione del ‘già sentito’. Stilisticamente, la band sembra influenzata specialmente dai Dream Theater degli ultimi anni e, seguendo una tendenza della band di Petrucci, i brani sono infarciti di riff massicci allo scopo di indurire i suoni, con qualche puntatina su territori thrash, evidente ad esempio su un pezzo come “How To Define A Race”; parimenti, forti influenze ci sono pure da parte di band come Meshuggah e soprattutto Nevermore (da segnalare a tal proposito la presenza, in veste di guest, proprio dell’ex Nevermore Steve Smyth in tre brani), a riprova del fatto che comunque, al di là di tutto, i Chaoswave si sforzano di creare un proprio sound con una propria impronta stilistica. Come nel primo lavoro, anche qui è presente una voce femminile (Giorgia Fadda), relegata però nella maggior parte dei casi ad un ruolo tutto sommato marginale, essendo destinata perlopiù a seconde voci o cori, a parte qualche autentico duetto con Fabio Carta (come in “Rise” o in quello particolarmente riuscito di “The Evident”), la cui voce appare, in effetti, più potente ed espressiva. Quando Giorgia trova tuttavia maggiore spazio, come nella già citata “A March For The Dying” o in “Two Shadows” rivela comunque una voce calda e profonda che ci ha in qualche modo rimandato alla mente la splendida Mia Ståhl, prima vocalist dei Project Hate MCMXCIX. Discorso a parte per la track nascosta, un pezzo di pop elettronico inutile che nulla aggiunge all’album. In conclusione, i Chaoswave confermano di essere una band di ottimo livello con grandi qualità e potenzialità, ma che deve fare ancora qualche piccolo sforzo per emergere ed avere la sua consacrazione definitiva.