CHAPEL OF DISEASE – …and as We Have Seen the Storm, We Have Embraced the Eye

Pubblicato il 27/11/2018 da
voto
8.0
  • Band: CHAPEL OF DISEASE
  • Durata: 00:47:33
  • Disponibile dal: 23/11/2018
  • Etichetta:
  • Ván Records
  • Distributore: Audioglobe

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Il gruppo di Colonia giunge ad un nuovo capitolo della propria storia, il primo per la sempre più affidabile e nota Ván Records. I ragazzi tedeschi perfezionano e personalizzano ulteriormente la loro proposta, avendo ormai anche fatto tesoro di una discreta esperienza live. Ancora più che sul precedente “The Mysterious Ways of Repetitive Art”, il sound dei Chapel Of Disease risulta essere il frutto di pratiche di interazione e sovrapposizione tra sonorità death metal molto classiche e derive strumentali assolutamente lontane dal suddetto genere, oltre ad un approccio ‘free’ che ogni tanto da vita a delle trame che sembrano essere nate da vere e proprie jam session. Indubbiamente debitori dei grandi esponenti del death metal tardo ottantiano nei loro primi anni di attività, con il passare del tempo i Chapel Of Disease sono diventati una band sempre più eccentrica e questo nuovo “…and as We Have Seen the Storm, We Have Embraced the Eye” è senza ombra di dubbio la loro prova più ambiziosa e al contempo orecchiabile. Nei sei episodi del disco, i Nostri intrecciano un sound carico di fascino e melodia, spesso accantonando completamente qualsiasi formula di matrice extreme metal. Una musica a tratti velata di una certa malinconia e caratterizzata costantemente da una forte componente evocativa, quasi da plasmare la nostra fantasia per portarci poi in volo su paesaggi immaginifici. Suggestioni che suonano dolci e potenti al tempo stesso, come quella ispirata dall’atmosfera di “Void Of Words”, traccia di apertura che ad un attacco sostenuto, non poi cosi dissimile da certe soluzioni del vecchio repertorio, fa seguire vari mini-break strumentali di matrice classic rock, per poi sfoderare nella coda strumentale finale un assolo in odore di Dire Straits. Sono così riassunte due delle coordinate entro le quali la musica del gruppo oggi si muove: l’old school death metal e fascinazioni prettamente rock d’annata. Il terzo punto di riferimento è un metal classico chiaramente ispirato ad Iron Maiden e primi Judas Priest, che il quartetto sovente utilizza come ponte per legare le due altre correnti. I brani dell’album scorrono ispirati e rigogliosi nel loro mutevole alveo, ignorando a volte i canoni della forma canzone, eppure configurandosi sempre come opere compiute ed eccentricamente coerenti. Un’esperienza a dir poco suggestiva ci viene offerta da “Null”, forse la più alta testimonianza della maturità artistica raggiunta dai ragazzi: un brano contraddistinto da una florida tessitura di chitarra e da un calibrato gioco di pieni e vuoti, durante il quale quasi ci si dimentica che le linee vocali siano affidate solamente al growl, tanto il comparto strumentale risulta dinamico ed espressivo.
“…and as We Have Seen the Storm, We Have Embraced the Eye” è uno di quegli album che richiedono la nostra presenza in maniera totale, un po’ come del resto accade ogni volta che ci si prepara all’inizio di un nuovo viaggio. Difficile trovare termini di paragone totalmente calzanti, ma quanto concepito questa volta dal gruppo tedesco potrebbe quasi certamente intrattenere chi ha amato band come Morbid Angel, Sentenced, Venenum, Horrendous e Tribulation ad un certo punto delle loro carriere. Un disco, a conti fatti, per coloro che apprezzano il rischio, la ricerca e, in generale, le band che provano a percorre strade personali.

TRACKLIST

  1. Void of Words
  2. Oblivious – Obnoxious – Defiant
  3. Song of the Gods
  4. Null
  5. 1.000 Different Paths
  6. The Sound of Shallow Grey
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