6.5
- Band: CHARNEL ALTAR
- Durata: 00:47:06
- Disponibile dal: 17/12/2021
- Etichetta:
- Blood Harvest
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Nei malsani sotterranei della Blood Harvest ha preso vita un nuovo debutto discografico che respira a fatica e odora di morte. Stiamo parlando del primo album degli australiani Charnel Altar che, dopo aver prodotto l’omonimo demo nel 2019 ed uno split con i Carcinoid l’anno seguente, si apprestano a liberare dalle catene la nuova creatura chiamata “Abatement of the Sun”. Il primo full-length del terzetto deathster si muove nell’oscurità come fosse un’eclissi di luna: lentamente inghiotte la luce lasciandosi alle spalle raccapriccianti urla di sgomento e dolore. Quello dei Nostri è un death marcio e cavernoso che, come uno zombie esitante, striscia i suoi lunghi arti sul terreno fangoso in cui si muove. Immaginate di rallentare eccessivamente un disco dei Grave Miasma e lasciate che in ogni solco possa scorrere l’esasperante, ciclica follia dei Portal. Il risultato si concretizza in uno straziante tiro alla fune tra la vita e la morte nel quale le pesanti sonorità si addensano in egual misura da entrambe le parti senza creare mai squilibrio. La ritmica di “Abatement of the Sun” rimane spesso ancorata sui fondali di un oceano cacofonico dai colori doom. Essa viene investita raramente da fredde correnti che ne alterano la velocità come nel caso di “Vexation Of Sorrow” e “Malefic Blessings”: due canzoni dai quali sgorgano impeti di violenza sonora, prematuramente soffocata da cadenzate tempeste sabbiose che soffiano senza sosta in questo inferno rumoroso. Nel corso dei sei brani il growl disturbante e molesto si insinua di continuo nel brusio assillante delle chitarre generando un senso di oppressione ed insofferenza. Bisogna ammettere che le aspettative generate dal primo demo dei Charnel Altar sono state disattese, la dinamicità mostrata in passato si è adagiata su un death più statico e plumbeo, sicuramente più ostico all’ascolto. Un leggero cambio di rotta che piacerà ai fautori di sonorità poderose, in grado di scavare la mente sino a svuotarla, che alimentano il buio sino a scomparire in esso. La band di Adelaide, nonostante tutto, dimostra di possedere le doti per poter creare in futuro qualcosa di speciale che, per ora, resta confinato in un limbo accessibile solo agli esploratori più perseveranti. “Abatement of the Sun” è quella putrida blatta capace di oltrepassare lo spiffero di una porta dimenticata. Un insetto riprovevole in cerca di cibo, in cerca dei vostri cervelli da divorare con estrema calma.