6.5
- Band: CHARRED WALLS OF THE DAMNED
- Durata: 00:35:24
- Disponibile dal: 02/02/2010
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Torna finalmente ad occuparsi di metal Richard Christy, con questo suo nuovo progetto Charred Walls Of The Damned: dopo aver lasciato gli Iced Earth ed essersi dedicato al mondo del porno nel folle Howard Stern Show, si erano un po’ perse le tracce dell’eclettico batterista di Death e Control Denied. Era circolata qualche voce sulla possibile reunion di uno dei suoi precedenti gruppi, i Burning Inside, ma ecco che Richard è tornato a smentirci con questo super progetto che vede coinvolti Tim “Ripper” Owens, Steve DiGiorgio e Jason Suecof – produttore di band come Trivium, God Forbid e Job for a Cowboy – ad occuparsi della sei corde. Chiudendo un occhio sull’orrida copertina (che va diretta alla worst 10 di fine anno), il genere proposto è accostabile ad un power/thrash metal che in certi punti ricorda quanto fatto dai Nevermore: riff elaborati e carichi di groove sorretti alla perfezione da un Richard Christy in gran spolvero e che non lesina energie tra blast-beat e ritmi forsennati. Grandissima prova per “Ripper”, che interpreta alla perfezione i brani in scaletta passando con la sua classica naturalezza dalle parti più basse ed intense ai classici picchi altissimi: unico rammarico, uno Steve Di Giorgio penalizzato da un mix infelice che non rende giustizia al poliedrico bassista relegato a pochi momenti di gloria in questo lavoro. Le canzoni contenute nell’album mantengono costante uno standard di discreta fattura, alternando continuamente episodi dirompenti ad altri più dinamici che, mescolando tempi più lenti ad accelerazioni, risultano purtroppo sempre eccessivamente prevedibili. Non mancano episodi degni di nota come l’apripista “Ghost Town”, la tellurica “Manifestations” o la conclusiva “Fear In The Sky”, coinvolgente nel suo continuo crescendo e nei suoi continui cambi di umore. Come era lecito aspettarsi, la prova dei singoli è decisamente superiore alla media ed è un piacere sentire “Ripper” strillare su un tappeto ritmico così pesante e compatto: bombastica e allineata con le uscite più recenti è infine la produzione ad opera dello stesso Jason Suecof anche se, come annunciato in precedenza, a conti fatti non risulta pervenuto il basso di Steve. Rimane un po’ di amaro in bocca per i mid-tempo che non riescono a raggiungere il coinvolgimento e la qualità delle tracce più terremotanti, riducendo la continuità d’ascolto e la qualità media del lavoro. L’esordio dei Charred Walls Of The Damned non è sicuramente disprezzabile e, anzi, contiene ottimi momenti metal ma è lungi dal risultare indispensabile: speriamo dunque che questo episodio possa trovare un seguito, dato che senza alcuna ombra di dubbio risulta la prova più convincente di “Ripper” degli ultimi anni. Ora non ci rimane altro che sperare che il porno non si riprenda nuovamente Richard Christy!